L’Illustrazione Italiana, 2 luglio 1916
Per il prestito nazionale. La sottoscrizione nella Colonia Italiana di San Paulo (Brasile) – L’opera della Banca Francese e Italiana per l’America del Sud
La Banca Francese e Italiana per l’America del Sud con la sua Sede Centrale in San Paulo, emanazione di quei potenti istituti di credito che sono la Banque de Paris et Pays Bas, la Société Genérale e la Banca Commerciale Italiana, ha sempre in ogni occasione opportuna dimostrato di essere non solo un potente organismo finanziario, ma di essere animata dai sensi del più alto patriottismo Così essa fu sempre prima, quando si trattò di venire in soccorso della Madre Patria, allorché questa percossa dalla sorte si rivolse per soccorsi ai suoi figli sparsi pel vasto mondo. Tutti ricordano l’iniziativa presa da questa Banca in occasione dei terremoti che tanto dolorosamente provarono Reggio Calabria e Messina, e più recentemente Avezzano e paesi limitrofi, come ricordano la parte presa in tutti i Comitati sorti a scopo patriottico e dell’azione svolta per mantenere in più attivo ed intimo contatto la Colonia nostra coll’amata Patria.
Una nuova benemerenza però, maggiore di tutte le precedenti, ha essa saputo conquistarsi ora in occasione della presente guerra, sia coll’iniziativa propria, sia assecondando e caldeggiando la sottoscrizione al grande Prestito Nazionale, che dovrà dare ai nostri soldati i mezzi finanziari per far trionfare col loro valore i diritti di nostra gente. Non appena dichiarata la guerra la Banca Francese e Italiana senza attendere inviti o sollecitazioni fece sentire ai suoi impiegati che non avrebbe tollerato al suo servizio coloro che, avendo dei doveri da compiere verso la Patria, avessero preteso sottrarvisi, prendendo d’altro lato essa impegno di mantenere a coloro che fossero partiti per la guerra il posto sino al loro ritorno, di fornire loro tutte le spese di viaggio e pagare durante il tempo della loro assenza parte dello stipendio.
Fu così che una settantina di dipendenti di questa Banca partirono finora per la guerra e si trovano quasi tutti alla fronte, dove alcuni hanno già compiuto atti di valore.
Né essa tralasciò di prendere parte alla costituzione del locale Comitato Pro Patria pei soccorsi alle famiglie povere dei riservisti, alla cui direzione furono chiamati a far parte alcuni membri del Consiglio direttivo della Banca stessa.
Ma dove lo slancio patriottico di questo Istituto rifulse in modo speciale fu nella sottoscrizione al Prestito Nazionale. Non essendone stata incaricata, la Banca non poté prendere parte attiva alla sottoscrizione del primo Prestito, e per questo, forse, la sottoscrizione stessa non dette i risultati che si potevano attendere, arrivando a raccogliere soltanto un milione e mezzo circa di lire.
Ma quando con Regio Decreto la Banca fu incaricata di ricevere contributi al Prestito Nazionale, parve quasi che un nuovo senso di vita e di alto patriottismo si manifestasse in tutta la nostra Colonia, comunicatole dal soffio del potente Istituto Bancario, e la sottoscrizione andò di giorno in giorno prendendo proporzioni maggiori, superiori ad ogni aspettativa sino a raggiungere alla sua chiusura, cioè al 30 aprile, la somma di diciassette milioni di lire, delle quali quindici sottoscritte direttamente presso la Banca Francese e Italiana per l’America del Sud, quattro milioni e mezzo dalla Società Anonima «Industrie Riunite F. Matarazzo» quale rappresentante del Banco di Napoli, e il resto dal Banco Italo-Belga.
Nulla lasciò d’intentato la Banca per raggiungere il suo scopo patriottico: lettere, circolari a tutte le sue filiali, ai corrispondenti, ai rappresentanti, ai correntisti, a quanti con essa avevano ed hanno rapporti, pubblicazioni, incitamenti per la stampa, e istituzione di un ufficio apposito per la sottoscrizione, al quale furono addetti cinque impiegati, esclusivamente dedicati a questo lavoro.
Il risultato ottenuto, senza bisogno di commenti, dimostra non solo lo spirito patriottico da cui è animato questo Istituto, ma ancora la sua potenzialità economica ed il grande credito che gode in questo paese, presso tutte le classi sociali nonché le relazioni che esso
mantiene in tutto il Brasile; giacché senza questi fattori sarebbe stato assurdo lo sperare siffatti risultati.
Sarà bene far osservare che i sottoscrittori al Prestito Nazionale, non fecero una questione di lucro, anzi, perché è notorio che in San Paulo si possono impiegare i proprii risparmi al 12%.
E dimostra ancora un’altra cosa: la differenza delle condizioni economiche della Colonia Italiana del Brasile e di quella dell’Argentina. Imperocché se nell’Argentina si trovano alcuni ricchi che possono, in occasioni come la presente, dare alla Patria somme ragguardevoli, nella Colonia di San Paulo il benessere più diffuso fra un numero maggiore di nostri connazionali, permette sottoscrizioni a più larga base, cui prendono parte migliaia di individui, manifestandosi così l’anima intera della Colonia.
Di qui la ragione per cui nell’Argentina, non ostante una colonia molto più numerosa di quella del Brasile, la sottoscrizione per il Prestito Nazionale raggiunse una somma di poco superiore a quella della Repubblica Brasiliana. Il che, senza fare confronti tra il patriottismo delle due colonie, mette però in evidenza le diverse condizioni economiche dei due paesi e serve a rivendicare il nome del Brasile, contro il quale si sono create e nutrite tante prevenzioni.
Ritornando alla Banca Francese e Italiana ed all’azione da essa esplicata in questo momento, supremo per la Patria nostra, non possiamo avere per essa e pei suoi dirigenti che parole inspirate al più vivo entusiasmo, specialmente per uno dei suoi direttori, il signor Vincenzo Frontini, questo forte e tenace figlio della Trinacria, che vide nascere sotto modesti auspici questo Istituto e raccoltolo quando stava per dare i primi passi lo accompagnò e guidò ininterrottamente sino agli attuali fastigi, per cui la Patria nostra in queste terre non è soltanto elemento di lavoro, d’arte e di pensiero, ma è puranco influente e decisiva forza economica.