L’Illustrazione Italiana, 18 giugno 1916
La guerra d’Italia
(Dai bollettini ufficiali) La salda resistenza italiana dal 5 al 12 giugno
6 giugno. – Nella zona di Valle d’Adige la notte sul 5, durante una tempesta di neve, l’avversario tentò azioni di sorpresa contro le nostre posizioni nell’Alta Vallarsa e sul Pasubio: fu dovunque ricacciato.
Ieri (5) dopo intensa preparazione delle artiglierie, colonne nemiche avanzarono all’attacco di Coni Zugna. Bersagliate dai nostri tiri calmi e precisi ripiegarono subito in disordine.
Lungo il fronte Posina-Astico, la notte sul 5, imperversando la bufera, 1’avversario lanciò ancora ingenti masse di fanteria, sostenute da violento fuoco di batterie di ogni calibro, contro le nostre posizioni fra Monte Ciove e Monte Brazome. Il rapido intervento delle nostre artiglierie ed il fermo contegno delle fanterie valsero a respingere compietamente l’attacco con gravi perdite per gli assalitori.
Nella stessa notte un nostro felice contrattacco riuscì a guadagnare alquanto terreno sulle pendici occidentali del Monte Cengio.
Sull’Altipiano di Asiago il nemico, durante la notte sul 5 e il mattino successivo, mantenne sotto violento fuoco di artiglieria e di mitragliatrici le nostre posizioni lungo la valle di Campomulo. Nel pomeriggio pronunciò contro di esse vivi insistenti attacchi ogni volta vigorosamente respinti.
Nell’Alto Cordevole, una colonna nemica in marcia da Pralongia verso il Sief fu dispersa da tiri aggiustati da una nostra batteria.
In Valle Pusteria bombardammo coi grossi calibri le stazioni ferroviarie di Toblach e Innichen.
Sull’Isonzo continuano ardite irruzioni di nostri reparti contro le linee dell’avversario. Velivoli nemici lanciarono bombe su Ala e Verona: tre feriti e qualche danno.
7 giugno. – Nella sera del 5, il nemico insistette in violenti attacchi, sostenuti da intenso fuoco delle artiglierie, contro le nostre posizioni dell’Alta Vallarsa (Adige), di Monte Spin, in Valle Posina (Astico), e lungo il vallone di Campomulo, a nordest di Asiago. Fu dovunque respinto con gravissime perdite. Sulle alture ad est di Campomulo i nostri contrattaccarono vigorosamente le fanterie nemiche, incalzandole alla baionetta fino in fondo al vallone.
Nella giornata di ieri (6) lungo tutto il fronte fra l’Adige e il Brenta azioni prevalentemente delle artiglierie. Tentativi di attacchi nemici verso Coni Zugna, in Valle Adige, e contro le nostre posizioni a sud-est di Asiago, furono prontamente repressi dal nostro fuoco.
In Valle Drava continua il nostro bombardamento sulle stazioni di Toblach e di Sillian.
In Carnia e sull’ Isonzo intenso scambio di bombe, brillamenti di mine ed attività di nostri drappelli.
8 giugno. – Nell’Alta Valtellina i nostri alpini ampliarono il possesso dell’alpestre massiccio dell’Ortler, occupandovi i Passi dei Camosci (3.199 metri), dei Volontari (3.042 metri), dell’Ortler (3.359 metri) e la Capanna del Hochjoch (3.530 metri).
In Valle Chiese un reparto nemico attaccò il nostro posto di Scorzade, a monte di Daone; fu contrattaccato e disperso.
Nella zona di Valle Adige, duelli delle artiglierie. Crossi calibri nemici bombardarono ieri (7) le nostre posizioni a sud del Rio Cameras e sul Pasubio. Le nostre artiglierie dispersero nuclei dell’avversario a nord di Marco (Valle Lagarina) ed in Vallarsa ne bersagliarono efficacemente le batterie del Pozzacchio.
Lungo il fronte Posina-Astico, attività intermittente delle artiglierie.
Sull’Altipiano dei Sette Comuni la battaglia infuria lungo tutto il fronte. La sera del 6, dopo intensa preparazione delle artiglierie, l’avversario reiterò gli attacchi contro le nostre posizioni a sudovest e a sud di Asiago. L’azione, durata accanita tutta la notte sul 7, si chiuse al mattino con la disfatta delle colonne assalitrici.
Nel pomeriggio di ieri (7) l’avversario rinnovò violenti sforzi al centro ed all’ala destra delle nostre linee. Precedute dal consueto intenso bombardamento, dense masse di fanteria si lanciarono più volte all’attacco delle nostre posizioni a sud di Asiago e ad est della Valle di Campomulo, ricacciate ogni volta con perdite ingenti.
Lungo il rimanente fronte sino al mare azioni di artiglieria e consuete incursioni di nostri reparti.
Nella zona di Monte San Michele nostri tiri aggiustati provocarono esplosioni ed incendi nelle linee nemiche.
9 giugno. – Nella zona di Valle Adige, duello delle artiglierie. Le nostre provocarono incendi e scoppi di depositi di munizioni in Anghebeni (Vallarsa).
Lungo il fronte Posina-Astico, la sera del 7, masse nemiche raccolte fra Sant’Ubaldo e Velo d’Astico, accennarono ad un attacco verso Monte Ciove e Monte Brazome. Furono prontamente disperse da tiri aggiustati delle nostre artiglierie.
Sull’altipiano dei Sette Comuni la battaglia continua con estrema violenza; la sera del 7 la lotta sulle nostre posizioni ad est di Campomulo si protrasse accanita fino alle 23. Le nostre fanterie fecero strage degli attaccanti. Sul fronte di una sola compagnia furono durante la notte contati 203 cadaveri nemici.
Nella giornata di ieri (8) l’avversario, ricevuti nuovi ingenti rinforzi, dopo intenso bombardamento di numerose batterie rinnovò gli attacchi nella zona ad est di Asiago e di Campomulo. Gli alpini e la fanteria respinsero più volte le colonne nemiche contrattaccandole violentemente alla baionetta. Alla fine della giornata i nostri, per sottrarsi all’azione delle artiglierie nemiche, ripiegarono su nuove posizioni a qualche centinaio di metri più ad est delle precedenti.
In Valle Sugana attività di artiglierie.
Sono segnalati nostri felici attacchi nella zona di Podestagno (Alto Boite) e sulla Rienz Nera.
In Carnia e sull’ Isonzo attività delle artiglierie e scambio di bombe.
10 giugno. – Dopo il grave scacco e le ingenti perdite sofferte nella giornata dell’8 il nemico limitò ieri (9) la propria attività ad azioni non intense delle artiglierie. Di rimando le nostre truppe effettuarono atti controffensivi in più punti del fronte provocando l’apparire di masse nemiche efficacemente bersagliate dalle nostre batterie. Compimmo qualche progresso nell’Alta Vallarsa, nel settore di Monte Novegno (torrente Posina), in fondo Valte Astico e sulle pendici occidentali del Monte Cengio.
Nelle alte valli di Boite ed Ansiei continuò la metodica avanzata delle nostre truppe.
Lungo il rimanente fronte infino al mare consueti duelli delle artiglierie, lancio di bombe e piccole incursioni di nostri reparti. Velivoli nemici lanciarono bombe in località varie della pianura veneta. Si ebbero complessivamente sette feriti e qualche danno.
Una nostra squadriglia di Caproni bombardò accampamenti e difese nemici nelle valli d’Assa e di Astico. I velivoli ritornarono incolumi.
11 giugno. – Nella giornata di ieri (10) l’avversario concentrò i suoi sforzi contro un breve tratto del nostro fronte a sud-ovest di Asiago. Dopo intenso bombardamento, dense masse nemiche della forza di una divisione circa si lanciarono più volte all’attacco della nostra posizione di monte Lemerle. Furono contrattaccate e respinte con gravissime perdite, e lasciarono nelle nostre mani più di cento prigionieri del 20° reggimento della Landwehr. Dall’Adige al Brenta va delineandosi la nostra azione offensiva. Le nostre fanterie, validamente appoggiate dalle artiglierie, compirono nuovi progressi sui due versanti della Vallarsa, lungo le alture a sud del Posina-Astico, alla testata di Valle Frenzela (altipiano di Asiago) e sulla sinistra del torrente Maso. Continuano sul fronte dell’ Isonzo duelli di artiglieria e felici irruzioni di nostri reparti. Nel complesso dell’azione di questi giorni prendemmo al nemico 566 prigionieri. Velivoli nemici lanciarono bombe su Fonzaso senza fare vittime né danni.
12 giugno. – In Valle Camonica e nelle Giudicarie duelli di artiglierie e avvisaglie di piccoli reparti. In Valle Lagarina intensi bombardamenti delle artiglierie nemiche contro le nostre posizioni di Coni Zugna. Continuarono ieri (11) in Vallarsa, nel settore del Pasubio e sulla linea del Posina-Astico le avanzate delle nostre fanterie, benché ostacolate dal violento fuoco delle artiglierie nemiche e, nella zona più alta, da neve o tormenta. Due contrattacchi del nemico in direzione di Forni Alti e nella zona di Campiglia furono ricacciati con sue gravissime perdite. Sull’altipiano dei Sette Comuni, a sud-ovest di Asiago, nostri nuclei avanzati oltrepassata Valle Canaglia, si spinsero verso le pendici orientali di Monte Cengio e verso Monte Barco e Monte Busibollo.
Ulteriori particolari mettono in rilievo il brillante successo delle nostre armi nei combattimenti del giorno 10 sul Monte Lemerle. Le valorose fanterie della brigata Forlì (43° e 44° reggimento) sostennero fieramente l’urto delle ingenti masse nemiche, giunte sul ciglio delle nostre posizioni. Indi le contrattaccarono e le dispersero inseguendole per lungo tratto con la baionetta alle reni.
In Valle Sugana le nostre truppe avanzarono ancora verso il torrente Maso, respingendo due contrattacchi nemici nei pressi di Scurelle.
Lungo il rimanente fronte duelli di artiglierie e di bombarde; attività di nostri reparti.
Velivoli nemici lanciarono bombe su Vicenza, ove fu colpito l’ospedale militare, su Thiene, Venezia e Mestre; pochi danni.
La formidabile avanzata russa in Volinia e Galizia
Dal 4 giugno, dopo una tacita assidua preparazione, che non era sfuggita agli austriaci, si è delineata in Volinia e sulla frontiera della Bessarabia una imponente avanzata dei russi, che, in otto giorni, sono passati di successo in successo. Il primo bollettino russo annunziò 13 000 prigionieri austriaci; il secondo 25 000 con 27 cannoni e 50 mitragliatrici. Poi lo sfondamento austriaco (dagli austriaci stessi ammesso) fu proclamato di una portata ancora superiore: l’esercito russo al comando del generale Brussilow, aveva occupato l’8 la città di Luzk, ed il numero dei prigionieri austriaci ascendeva a 900 ufficiali, 40.000 soldati con 77 cannoni, l34 mitragliatrici e 49 lanciabombe, ed un’immensa quantità di materiale. Così, tre armate austriache potevansi dire completamente disfatte, avendo il fronte sfondato per 150 chilometri.
L’offensiva russa estendevasi rapidissimamente in Volinia, Galizia, Bucovina: il 10 i russi catturavano un generale, 409 ufficiali, altri 35.100 soldati, 30 cannoni, 13 mitragliatrici, lanciabombe e moltissimo materiale; onde il complesso del bottino russo, ai 10 giugno era, ufficialmente, questo: «un generale, 1.640 ufficiali e oltre 106.000 soldati. Furono tolti all’avversario 124 cannoni, 180 mitragliatrici, 58 lanciabombe».
Circa i vari combattimenti ed episodi un comunicato russo dava i seguenti particolari, l’11:
«Le nostre giovani formazioni dovettero sostenere presso Rozyscze sullo Styr, a monte di Luzk. una lotta accanita. Quivi i tedeschi tentarono di prestare il loro concorso agli austriaci, ma con un attacco della nostra fanteria al coperto della grossa artiglieria, furono sloggiati dal borgo e perdettero oltre 2.000 prigionieri, 2 cannoni e mitragliatrici.
«Le truppe operanti nella regione di Dubno (Volinia) si impadronirono, incalzando il nemico, della città di Dubno e del forte. Alcuni elementi occuparono nella regione il villaggio di Dovka, sulla strada Malvnow-Berestiany costringendo ad arrendersi la guarnigione nemica sul punto di appoggio di Malynow.
«Nello sloggiare il nemico dalla sua posizione principale a nord di Buczacz (Galizia) facemmo numerosi prigionieri, compreso lo Stato Maggiore di un battaglione austriaco e prendemmo una grande quantità di armi. Respingemmo il nemico sul fiume Strypa. Un nostro reggimento presso Ossowier, a nord di Buczacz, si impadronì di un’intera batteria di quattro mortai di dieci centimetri».
E l’ultimo telegramma ufficiale russo, del 12, dice:
«Durante la giornata di ieri le truppe russe hanno attaccato la testa di ponte di Zaleszczvki e si sono avvicinati ai sobborghi di Czernowitz, ove il nemico ha provocato numerose esplosioni».