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 2016  giugno 10 Venerdì calendario

Tre donne uccise in 48 ore dai loro compagni. Che succede?

È stata uccisa anche lei dall’ex convivente. Alessandra Maffezzoli, la maestra elementare di 46 anni, madre di due figli, trovata morta nella sua casa nel Veronese è stata pugnalata nella notte da Jean Luc Falchetto, 53 anni, che poi le ha anche spaccato la testa con un vaso. Chi l’ha uccisa ha confessato l’omicidio davanti al magistrato. «La discussione è degenerata e ho perso il lume della ragione per un attimo. È come un interruttore acceso che si è staccato per pochi minuti» ha detto l’uomo.
Poche ore prima, Michela Baldo 29 anni di Pordenone è stata vittima dello stesso raptus di gelosia, uccisa con un colpo di pistola dall’ex fidanzato, incapace a tal punto di accettare la separazione da diventare omicida e poi suicidarsi. E poi c’è Federica De Luca, 30 anni trovata morta mercoledì sera nel suo appartamento di Taranto: picchiata e strangolata dal marito. Una tragedia che si è consumata nel giorno in cui i due coniugi avrebbero dovuto presentarsi da un legale per discutere della separazione.
I PRECEDENTI
Tre donne uccise in 48 ore. Ma l’elenco è lungo, molto più lungo. È solo di due settimane fa la notizia scioccante della ragazza aggredita, soffocata e poi bruciata alla Magliana dall’ex fidanzato. E poco prima a Milano era stata la volta di Debora accoltellata dall’ex che ha ammesso di aver agito perché gli è «partito un embolo».
TRAGICO BOLLETTINO
Ma non serve scandire le date o i giorni, perché ogni giorno dell’anno aggiunge vittime al lungo elenco di quello che è un vero bollettino di guerra. Dal primo gennaio, almeno 58 donne sono state uccise in Italia dal partner o da un ex. Oltre 155 da gennaio 2015. E quasi sempre a muovere la mano dell’assassino è l’incapacità di accettare la fine della relazione.
Ma non c’è solo il femminicidio. Da gennaio 2015, secondo i dati diffusi da Telefono Rosa, almeno 8.856 donne sono state vittime di violenza e 1.261 di stalking. Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che il 90% delle donne non denuncia. L’associazione chiede al governo risposte: «Quante ancora ne devono morire perché il governo si renda conto che le risorse economiche, i mezzi e le attività di contrasto alla violenza di genere sono del tutto insufficienti? Quante donne, ragazze, madri, figlie, sorelle, amiche dobbiamo ancora vedere massacrate da ex, diventati mostri e assassini?» denuncia Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, che lancia l’hashtag #quanteancora.
LE REAZIONI
Nella campagna contro il femminicidio «manca la voce degli uomini che come noi sono inorriditi da quello che sta succedendo in questi giorni. La cosa è diventata di proporzioni insopportabili. Una serie drammatica di eventi. Non possiamo stare a guardare, tutti dobbiamo esercitare le nostre responsabilità» ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini. Ricordando gli interventi legislativi contro il femminicidio approvati dal Parlamento, Boldrini sottolinea che «le leggi da sole non bastano: ci sono secoli di sopraffazione e bisogna cambiare la mentalità degli uomini attraverso una grande azione culturale ed una mobilitazione. Fondamentale è il ruolo della scuola, che deve occuparsi della vita».
Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia «serve la certezza della pena perché l’unico modo per fermare questo scempio indegno per una nazione civile è la repressione». Mentre per la portavoce di Forza Italia alla Camera, Mara Carfagna «le istituzioni hanno il dovere di fermare la violenza sulle donne. Bisogna considerare questo obiettivo una priorità».