Libero, 8 marzo 2016
Tags : Donne 8 marzo
Otto marzo. Per la Boldrini si celebra il funerale della donna
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ordinato che per l’8 marzo (oggi) le bandiere di Montecitorio siano messe a mezz’asta. Perché? Per via del femminicidio.
Confessione: non capiamo, ma la colpa è anche nostra, nostra di noi maschilisti, abituati come siamo ad associare la parola “festa” a una celebrazione anche positiva, qualcosa che, nel caso delle donne, le accosti alle conquiste sociali e politiche ed economiche che l’Occidente ha ottenuto con loro.
È colpa di noi ignoranti, convinti che questa “festa” derivi dal «Woman’s Day» statunitense che dal 1908 dilagò in tutta Europa e in cui si discusse dello sfruttamento e delle discriminazioni e del diritto di voto alle donne: e non certo da un inesistente rogo di una inesistente fabbrica di camicie che secondo un falso storico ormai acclarato – ma ancor oggi incredibilmente sostenuto da sindacati e giornali – avvenne a New York.
È colpa nostra, persuasi come siamo che si debba parlare anche di diritti negati e di sopraffazioni e di femminicidi, certo: ma non solo e unicamente di quello, cristo, non solo di un fenomeno che peraltro in Italia è in costante diminuzione giacché i femminicidi, da noi, sono inferiori di numero rispetto a tutto l’Occidente. Ma è comunque colpa nostra, perché non capiamo che invece dobbiamo essere tristi, dobbiamo vivere un giorno luttuoso in cui non serve la mimosa – associata alle donne, dal 1946, come alla lieta fioritura di marzo – ma solo i crisantemi, anzi meglio, solo le bandiere a mezz’asta imposte da Laura Boldrini all’ingresso di Montecitorio.
Siate mesti, siate affranti: è la Storia che ve lo chiede, mica l’espressione eternamente incarognita della Boldrini. È un funerale, non è mica una scampagnata. Tra l’altro, la Giornata contro la violenza sulle donne esiste: la istituì l’Onu nel 1999, ma in altra data. E, tra l’altro, ci sono comuni italiani che in passato si sono rifiutati di mettere le bandiere a mezz’asta nella ricorrenza dei giorni di Nassirya, ma questo è un discorso fuorviante. E poi ce n’è uno ancora più fuorviante, perché insopportabile: che più un paese è evoluto – e la parità pienamente raggiunta – e più tendono a equivalersi gli omicidi che colpiscono uomini e donne.
L’Italia non brilla per emancipazione femminile, com’è stranoto: col risultato che le donne le ammazzano meno, e che talvolta, se le ammazzano, lo fanno proprio perché sono donne. E questo è orribile. È un fattore culturale definito “endemico” dagli studiosi. Ed è un fattore orribile. Ma sono il tempo e il progresso risolverà in parte questa piaga: non i lutti, non le leggi assurde. Il giorno in cui Laura Boldrini capirà che una donna può diventare presidente della Camera per merito, e non solo perché donna in quanto donna, sarà un giorno migliore. La vera festa.