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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

Stagione finita per Lindsey Vonn

Ha issato bandiera bianca, Lindsey Vonn, ma non è una resa. Non è stata battuta da nessuno, tantomeno da Lara Gut, che inevitabilmente la sorpasserà prendendosi la Coppa: 28 punti di ritardo sono un’inezia quando mancano ancora 8 gare al termine (la Gut ne disputerà 6) e la tua rivale è costretta a uscire di scena sconfitta solo dall’ennesimo infortunio. L’annuncio del ritiro è arrivato con il suo consueto sistema di comunicazione: bollettino postato su Facebook, sull’ultima magagna fisica che l’ha affondata. Ormai, questo è il modo di raccontare degli atleti moderni: evitare il più possibile i giornalisti e parlare direttamente con i tifosi. Infatti, a Montmelò, dopo essersi recata a Barcellona per fare esami più approfonditi al ginocchio offeso, Lindsey ha preferito tacere.
La spiegazione per la conclusione anticipata di questa magnifica stagione in cui ha vinto 9 volte ed è arrivata a dieci trionfi dall’agganciare Ingemar Stenmark, è semplice: la frattura che si era procurata al piatto tibiale cadendo nel superG di sabato in Andorra (successo di Federica Brignone) è risultato più grave del previsto. Queste le sue parole: «La prima radiografia aveva segnalato un’incrinatura al piatto tibiale e per questo avevo gareggiato domenica. Ma risonanze più accurate hanno stabilito la presenza di tre microfratture che potrebbero compromettere il resto della carriera. Con i Mondiali di St. Moritz il prossimo anno e l’Olimpiade nel 2018 non posso prendermi rischi inutili». Quando sabato scorso Lindsey si è afflosciata nella neve dopo due intermedi più veloci della Brignone sembrava una normale caduta. Ma l’americana era rimasta immobile per alcuni minuti e si era temuto il peggio. Invece, il giorno successivo, dopo aver postato la foto della microfrattura, si era regolarmente presentata in pista per la supercombinata. Aveva persino piazzato la zampata vincente nella discesa, prima di ottenere un insperato e utilissimo 13° posto al termine dello slalom, che le aveva permesso di guadagnare ulteriore terreno sulla Gut, invece uscita.
Una lezione a quelle colleghe che avevano insinuato che la sua fosse stata una recita per ingigantire il problema. Allora la Vonn era sbottata: «Ieri (sabato, ndr) non immaginavo che oggi (domenica, ndr) sarei riuscita a sciare. Sono una combattente. Tutti credono che abbia fatto una commedia, non è vero. Ho dei dolori, ma posso lottare». Ora la bandiera bianca con l’onore delle armi e il rammarico di aver buttato mesi di lavoro e sacrifici (aveva saltato la gara d’apertura recuperando da una frattura alla caviglia) e una Coppa generale, la sua potenziale 5a, che molti già le assegnavano. Spiega: «Sono orgogliosa della mia stagione: 9 vittorie in Coppa, stabilendo il nuovo primato di successi in discesa, quello per numero di podi in superG e conquistando il maggior numero di coppe di specialità, 20, di qualunque sciatore, uomo o donna». Anche la Gut, molto sportivamente, diceva: «È un vero peccato che una lotta così serrata per il titolo non possa durare fino alla fine. Auguro a Lindsey una pronta guarigione». Magra consolazione per chi, come lei, puntava a diventare la numero uno assoluta di questo sport: «Anche se sono convinta di aver preso la decisione più giusta: è durissima».