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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

Cecchinato, un debuttante in Coppa Davis

«Una grande emozione e una grande opportunità». Marco Cecchinato, 23 anni e mezzo, palermitano “girovago” commenta così la sua prima convocazione per la Coppa Davis in occasione del match d’esordio dell’edizione 2016 contro la Svizzera, di scena sulla terra battuta dell’Adriatic Arena di Pesaro questo fine settimana. Una chiamata, quella di Corrado Barazzutti, legata all’infortunio muscolare del numero uno azzurro Fabio Fognini e arrivata in un momento particolare della carriera del ragazzo, classe 1992, il secondo siciliano a essere convocato in Coppa Davis dopo il siracusano Alessio Di Mauro nel 2004. «È stata per me una bella iniezione di fiducia non stavo giocando molto e stare qui una settimana e allenarmi con i migliori giocatori e tecnici italiani è una grande occasione per la mia crescita e per la mia carriera. Posso solo ringraziare il capitano». Una bella soddisfazione per un ragazzo che fino ad ora i match per l’“Insalatiera” li vedeva come spettatore. «Oltre ai ricordi da ragazzino – racconta – ho ancora in mente la vittoria di Fabio (Fognini, ndr) contro Murray nel 2014 a Napoli o quel game del 2-2 di Andreas (Seppi, ndr) sempre nella stesso week end con la Gran Bretagna».
Quel passaggio da spettatore a giocatore di Coppa Davis è un’altra tappa di una storia che è cominciata da bambino sui campi in terra rossa del Tennis Club Palermo 2 dove Marco, una passione giovanile per il calcio, veniva allenato da Francesco Palpacelli che oltre a essere suo cugino è stato in passato anche il coach di Roberta Vinci, finalista alla Us Open 2015. La prima svolta però arriva a 16 anni, dopo una carriera giovanile fino a quel momento buona, ma non da fenomeno. «Grazie ai contatti di Francesco – ricorda – ho avuto la possibilità di andare ad allenarmi a Caldaro in Alto Adige con Massimo Sartori, tecnico di Andreas Seppi». «Lui, insieme a Riccardo Piatti (lo stesso coach che ha formato il numero uno del mondo Novak Djokovic, ndr) e a tutto il suo team, mi ha seguito, mi ha aiutato, mi ha migliorato il gioco e soprattutto mi ha dato certezze».
Da Caldaro, dopo un piccolo ritorno a casa a Palermo con l’allenatore Francesco Aldi, Cecchinato, o “Cech” come lo chiamano tutti è stato tesserato per il Bordighera Lawn Tennis Club 1878, il club tennistico più vecchio d’Italia, per cui gioca tuttora. Sempre sotto l’occhio vigile di Piatti, Sartori e del suo coach attuale Cristian Brandi, ex professionista con tre presenze in Coppa Davis (con due vittorie e una sconfitta) tra il 1994 e il 1995. «Se sono arrivato fino a qui – racconta Cecchinato – lo deve soprattutto a tutti i miei allenatori, a partire proprio da mio cugino Francesco, da Max Sartori per finire a Cristian». Negli anni di Bordighera, grazie al molto lavoro, “Cech” ha fatto un balzo in classifica, passando dalla posizione 160 all’attuale numero 90. Un’ascesa con un picco (il palermitano è salito fino al numero 82 del mondo) legata anche a una scelta particolare di Marco e del suo tecnico. «Nel 2015 abbiamo deciso di privilegiare i challenger per raccogliere punti, il nostro obiettivo era quello di raggiungere la qualificazione diretta al primo turno agli Us Open e finire l’anno nella top 100». Traguardi en- trambi tagliati, con una vittoria a Torino, molti piazzamenti e sacrifici, anche economici come spesso accade per i tennisti “in rampa di lancio”. «È molto difficile cominciare se non si ha la possibilità di fare un investimento iniziale per provare a diventare professionista le capacità a volte da sole potrebbero non bastare». Il prossimo obiettivo per Cecchinato, dopo la convocazione in Davis, è riuscire a vincere per la prima volta una partita nel circuito Atp, un’impresa mancata (a volte di un soffio) nell’ultimo anno, comprese i ko nei due primi turni agli Us Open e all’Open di Australia del 2016 rispettivamente contro Fish e Mahut.