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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

E ora chi si prende Rcs? Occhio a Cairo e Della Valle

La notizia del merger tra il Gruppo L’Espresso e la Itedi ha un immediato impatto su Rcs Mediagroup, essendo Fca il primo azionista della società di via Rizzoli con il 16,73%. E difatti l’azienda presieduta da John Elkann e guidata da Sergio Marchionne ha annunciato che distribuirà ai propri soci, a partire da Exor (29,16%) l’intera quota detenuta nel capitale del gruppo proprietario, tra gli altri, dei quotidiani Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport.
Uno scossone per l’intero comparto editoriale, visto che era stata la stessa Fca la protagonista, assieme a Mediobanca  (6,25%), del nuovo, difficile corso di Rcs  dapprima con la salita nel capitale e poi con la nomina dell’ex ad Pietro Scott Jovane, avvicendato nei mesi scorsi da Laura Cioli, supportata da Piazzetta Cuccia. Al punto che fino a qualche mese fa si ipotizzava addirittura un’integrazione tra Rcs e Itedi-La Stampa.
Cosa succederà ora alla partecipazione di Fca, che agli attuali valori di mercato di Rcs vale 52 milioni e che nel bilancio 2015 è iscritta a un fair value di 54 milioni? Perché, come si legge nella nota della casa automobilistica, se «con questa operazione giunge a compimento il ruolo svolto prima da Fiat e poi da Fca, per senso di responsabilità nel corso di oltre 40 anni che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni, assicurandone le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e preservarne l’autorevolezza», è altrettanto vero che Exor ha fatto sapere che c’è «l’intenzione di dismettere la partecipazione in Rcs».
Quota che sarà al 4,88% del capitale del gruppo di via Rizzoli. Operazione che avverrà «in linea con le prassi di mercato» e si concluderà «entro il primo trimestre del 2017», ossia al momento del closing del deal L’Espresso -Itedi. È ipotizzabile che la partecipazione inferiore al 5% possa essere acquistata dagli altri soci della società presieduta da Maurizio Costa, che tra un anno avrà quale primo azionista Diego Della Valle (7,32%), che a lungo ha criticato al gestione Rcs targata Fca-Elkann.
Chi potrebbe essere interessato a rafforzarsi nel capitale di Rcs  è Urbano Cairo (4,62%), visto che l’ad di Intesa Sanpaolo (4,18%) Carlo Messina, ha fatto sapere di voler uscire dal business editoriale e che in Pirelli (4,43%) ora sono i cinesi di ChemChina a definire la strategie.
In questo scenario, il patron della Cairo Communication  può contare su una robusta dote (105,8 milioni).
C’è chi sostiene che possa muoversi in autonomia in borsa, arrotondando l’attuale partecipazione, visto che l’opzione di un’integrazione carta-contro-carta tra Cairo Communication e Rcs non si è mai potuta concretizzare. C’è poi un altro scenario, ossia l’ingresso in scena di Andrea Bonomi, che era già stato membro del gruppo di via Rizzoli. E in questo possibile sviluppo futuro c’è l’opportunità di una ridefinizione complessiva degli assetti proprietari, con il lancio dell’aumento di capitale da 200 milioni finora scongiurato dai vertici societari. Anche perché in questo caso si darebbe piena definizione al piano di risanamento e rilancio dell’azienda, che sta definendo la cessione di Rcs Libri a Mondadori  e della spagnola Veo Tv. Processo che vedrà «Mediobanca  accompagnare il gruppo nel piano industriale supportandone le fasi di rilancio e sviluppo», fanno sapere dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Ma guardando nel medio periodo non è da escludere un futuro differente per Rcs, con la valorizzazione del business sportivo mettendo a fattore comune la Gazzetta dello Sport, la spagnola Marca e Rcs Sport e trovare un partner (Sky o Wanda-Infront) o l’intesa con lo stesso Cairo.
La mossa di Fca ed Exor probabilmente avvierà il risiko del settore, che potrebbe coinvolgere la Poligrafici Editoriale  della famiglia Monti Riffeser, partecipata al 9,99% da Andrea Della Valle, e la Caltagirone Editore, da sempre interessata a crescere nel Centro-Nord Italia e in passato accostata proprio a La Stampa-SecoloXIX.