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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

Il canone Rai in bolletta sarà sbagliato per una famiglia su cinque

È la solita storia. A parole è tutto facile, anzi elementare secondo il canone renziano. In realtà il provvedimento del governo che «porta» il canone in bolletta, messo a punto dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, e che il ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia delle Entrate stanno provando faticosamente a tradurre in norma legislativa, assomiglia sempre più alla brutta copia di un compito in classe, dove gli errori segnati con la matita rossa sono un’infinità. Con l’aggravante che i teleutenti, tartassati e vessati da gabelle su gabelle, rischiano di ritrovarsi nella fattura dell’energia elettrica un’ulteriore costo, da pagare ai gestori.
Secondo le stime delle associazioni dei consumatori sarebbero 5 milioni le famiglie italiane, su un totale di 24 milioni (una su cinque), che rischiano di ricevere richieste indebite di pagamento se i Comuni non forniranno in tempo i dati corretti delle famiglie anagrafiche. Sarà per questo che il fedelissimo del ministro Dario Franceschini si aggirava silenzioso per il Transatlantico della Camera, concentrato «solo» sul decreto per l’editoria. Perché è vero che la prima rata arriva a luglio, dopo le amministrative, ma rischia di impattare sulla campagna elettorale per il referendum sulle riforme costituzionali, considerato fondamentale dal premier Matteo Renzi.
A lanciare l’ennesimo l’allarme sul caos canone, dopo il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, è il direttore gestione tributi dell’Agenzia delle Entrate, Paolo Savini, secondo il quale il pagamento della tassa più odiata dagli italiani in bolletta «assume cruciale importanza la corretta individuazione della famiglia anagrafica», ma questa individuazione «risulta particolarmente complessa» e dovranno essere i Comuni a trasmettere i dati relativi alle famiglie anagrafiche. In pratica sulla gestione tecnica della parta partita siamo al «caro amico», mentre il governo è nella posizione di coloro che vogliono solo far cassa: pochi (o tanti) maledetti e subito.
E l’allarme dell’Agenzia delle Entrate ha già mandato in fibrillazione le associazioni dei consumatori. «Il fatto che l’Agenzia, dopo 2 mesi dall’entrata in vigore della Legge di stabilità, ammetta che l’individuazione della famiglia anagrafica non solo non sia stata al momento risolta e sia particolarmente complessa, ma richieda ancora l’invio dei dati da parte dei Comuni, dimostra che a luglio verrà fatto pagare al consumatore il costo di questa operazione», sostiene Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. «Per questo, se è vera l’ipotesi di bozza di decreto emersa in queste ore, è ancor più inaccettabile che le società elettriche abbiano 6 mesi di tempo per restituire il maltolto al consumatore per i pagamenti non dovuti del Canone. Chiediamo che i rimborsi avvengano nella prima bolletta utile dopo l’invio della richiesta da parte del cliente e della dovuta autocertificazione», spiega Dona. E la preoccupazione dei consumatori trova una perfetta corrispondenza nelle parole di Testa. «Quello dei rimborsi alle compagnie elettriche che gestiranno il canone Rai in bolletta è un tema ancora aperto», afferma il presidente di Assoelettrica, «bisognerà trovare una forma perché, indubbiamente, noi i costi ce li abbiamo. Più o meno saranno qualche decina di milioni di euro per tutto il comparto. Dobbiamo fare un investimento per trasformare i nostri sistemi informativi», sostiene il manager, «ma, soprattutto, bisogna pensare alla gestione amministrativa». Come al solito, trattandosi del canone renziano, dopo il danno c’è anche la beffa.
L’unica nota positiva, stando alla bozza elaborata dal ministero per lo Sviluppo Economico, è che non è previsto il distacco della luce in caso di mancato pagamento del canone e, in caso di pagamento parziale della bolletta, la priorità va al saldo della quota per l’energia elettrica. Le sanzioni e gli interessi eventualmente dovuti per la quota della tassa sono comunque applicati dall’Agenzia delle entrate. La bozza del decreto, scritto dal Mise di concerto con il ministero dell’Economia, prevede che il pagamento del canone avverrà «in dieci rate mensili. Le rate si intendono scadute il primo giorno di ciascuno dei mesi da gennaio ad ottobre. L’impresa elettrica inserisce nelle fatture solo le rate del Canone scadute nel periodo in cui è titolare del contratto». In caso di mancato pagamento totale o parziale della fattura comprensiva della tassa, l’impresa elettrica «provvede ad inviare solleciti al cliente con le modalità ordinariamente utilizzate. Per quanto attiene alla quota di canone, le sanzioni e gli interessi eventualmente dovuti sono comunque applicati dall’Agenzia delle entrate». Il canone in bolletta si sta rivelando una giungla di cavilli e una selva di costi aggiuntivi e occulti. Del resto se per la legge sull’editoria sarà utilizzata una quota del canone Rai, fino a 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018 derivanti dalle eventuali maggiori entrate, ogni mezzo giustifica il fine.