Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  marzo 03 Giovedì calendario

I sette nani di Biancaneve sono troppo felici, fanno male ai bambini. Capito?

Me ne fotto del figlio di Vendola, mi preoccupano gli altri, mi preoccupano gli effetti del politicamente corretto sui bambini normali. C’è uno studio della Duke University (Usa) che accusa la Disney perché i sette nani di Biancaneve sono troppo felici: nel film cantano e fischiettano come se andare in miniera fosse una scampagnata, e invece devono essere tristi, persino Brontolo è troppo felice, e poi quel Cucciolo, sarà lavoro minorile? E in Mary Poppins: può uno spazzacamino essere spensierato «rispetto alla durezza della vita della working class nella Londra edoardiana?» Lo studio dice che «si dà un’immagine distorta delle differenze di classe», capite? Ecco: la battaglia dobbiamo farla contro questi deficienti, dobbiamo mandare in miniera loro e chi attaccò Peppa Pig perché infastidice i musulmani, dobbiamo mandarci i funzionari delle Pari Opportunità che sconsigliarono Biancaneve e Cenerentola perché promuovono (solo) il modello familiare dove uno sposa l’altra e vissero felici e contenti fino al divorzio. Il nostro vessillo dev’essere l’italianissimo Pinocchio: quello con Geppetto che dorme con la pistola sotto il cuscino e fuma per tutto il tempo e in cui la balena è una stronza e viene fatta esplodere. Non è cattivismo: sono gli altri che si credono buoni e ci spiegano come dobbiamo vivere.