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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

L’Istat rivede al rialzo le stime di crescita, scatenando polemiche

L’Istat rivede le stime di crescita del Pil 2015 a +0,8%. E su Twitter parte subito la polemica. Francesco Daveri, economista della Cattolica, ritiene una «curiosa coincidenza» la revisione al rialzo comunicata martedì dall’Istituto di statistica.
Perché considera lo sprint numerico del 2015 collegato alla performance del 2014. «È curioso che il ministero dell’Economia si accorga con un anno di ritardo di aver speso 2 miliardi in meno di beni e servizi nel 2014 e lo comunichi proprio ora all’Istat», osserva Daveri. Con quali conseguenze? «Meno spesa pubblica significa Pil più basso nel 2014 e dunque crescita più alta nel 2015», per differenza.
Secondo i suoi calcoli, basati sulle stime trimestrali Istat, Daveri si attendeva un Pil 2015 a +0,6%. E invece no: +0,8%, certifica l’Istat, proprio quanto pronosticato dal governo (che però aveva già ridimensionato le sue previsioni). «Uno 0,2% di discrepanza non è poco», insiste il professore.
L’Istat però non ci sta. E già su Twitter prova a spiegare perché. «Daveri sbaglia a considerare lo 0,6% come media 2015 perché questo è il dato destagionalizzato», spiega Gian Paolo Oneto, direttore della contabilità nazionale. «Quello da considerare è il dato grezzo, da noi indicato in +0,7%. Martedì abbiamo rivisto i calcoli, grazie alle informazioni più complete in nostro possesso, con il risultato finale di +0,76%, poi arrotondato a +0,8%. Uno scostamento assolutamente fisiologico: anziché +0,7% ora abbiamo +0,76%». E il mistero dei due miliardi in meno di spesa pubblica nel 2014?
«Nessun mistero», spiega ancora Oneto. «Il dato intanto non proviene tutto dal ministero dell’Economia, ma anche dalle amministrazioni locali, in particolare dagli 8 mila Comuni che solo ora ci hanno inviato i loro bilanci del 2014. Abbiamo fatto questa correzione, ma nonostante la minore spesa, comunque il Pil del 2014 è stato rivisto al rialzo, non al ribasso come sostiene Daveri: era -0,4% e ora è -0,3%. L’effetto trascinamento tra 2014 e 2015 dunque non c’è». Polemica chiusa. Pil ancora anemico.