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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

Breve storia della Coppa Davis, ormai snobbata da Federer & Co.

Si gioca la 105ª edizione della Coppa Davis, e una volta di più una simile gara, che pure accoglie – pare – più nazioni che qualsiasi altra competizione sportiva, viene ferita dalle assenze delle star. A dare il massimo esempio di chi non confonde patriottismo e guadagni ci sarebbe Federer, alla decima assenza in un 1° turno, non avesse stavolta la scusa di un ginocchio in ricostruzione. Dall’esempio di Federer sembra però aver imparato Wawrinka, e così la svizzera sarà rappresentata a Pesaro dal n. 146 e dal n. 174. Al contempo, lo stesso Federer, che ha costituito con l’Agente Godsick una società della quale sarebbe un affare comprare le azioni, lancia una sorta di Ryder Cup, come quella del golf.
La Davis nacque grazie a un buonissimo giocatore americano dell’inizio del secolo, Dwight Davis, di Boston che, all’inizio, volle avvicinare i giocatori Usa della Costa del Pacifico a quelli dell’Atlantico. Giocando Wimbledon, lui che era un medico tanto facoltoso da non esercitare la professione, osò spingersi sino a una sfida alla Gran Bretagna, madre del Lawn Tennis. Da allora sono venute modifiche, insufficienti a far sì che i guadagni miliardari dei tennisti ricordino loro di essere spesso divenuti tali grazie ad aiuti federali. Uno che ha tentato di migliorare la struttura della Coppa è stato il defunto Presidente Fit, Luigi Orsini, che non tollerava la formula del Challenge Round, e la eliminò, facilitando così l’assenza di tennisti avidi. Seguì il mio compagno di doppio Philippe Chatrier, che tentò più volte di modificare le eliminatorie suggerendo una finale a 8 squadre, con punteggi accorciati. Ma non trovò il coraggio di decidere qualcosa di sgradito ad alcuni dei suoi grandi elettori. E siamo così arrivati ad una Svizzera che avrebbe vinto almeno 5 delle ultime 10 edizioni, se i suoi Campioni avessero voluto, e a continue assenze di tennisti che godono ottima salute, ma preferiscono tornei o esibizioni molto più remunerative. Sic transit gloria Davis.