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 2016  marzo 03 Giovedì calendario

Arbasino è andato in giro per mostre nel lombardo-veneto. E qui ne scrive

Brescia. Dopo «il Cibo dell’Arte», con trionfi di frutta e verdura e pesci e cacciagioni varie e Nuvoloni e Todeschini e Pitocchetti, fra splendori e luccicori di pentole e pignatte e coperchi, ecco al Palazzo Martinengo un’altra mostra di capolavori: «Lo Splendore di Venezia». Tutta un’altra mandata. Stavolta, Canaletto, Bellotto, Guardi, e i vedutisti dell’Ottocento. Con le insidie inevitabili. E le presenze irreparabili.Ecco dunque i gondolieri: inesorabili! E «Pio VI benedice la folla in campo San Zanipolo», con una quantità di repliche autografe. Del Guardi! Convarianti più o meno significative! Segno che vi fossero dei miglioramenti da fare? Nonostante le ferree disposizioni… Ma soprattutto con Giovanni e Marco e Carlo Grubacs si naviga ormai nel Pittoresco. E vi si approda, «dal Vero», con Giuseppe Canella e Guglielmo Ciardi. Si va a finire in una Riva degli Schiavoni vastissima, illimitata, piena di ombrellini e di madamine, con Luigi Da Rios, Rubens Santoro, Alessandro Milesi. Vari mandolini. E dunque, per chi ha «udito garrire e tener que’ sottili propositi tanto caratteristici nel popolo veneziano», fra le molte «trabacche di rivenduglioli», nonché «l’indolente accattone rappezzato; e l’uomo di Chioggia, il Levantino, l’Isolano, eseguiti con facilità e brio e fluidità di tocco»… Lì si va a finire.
Frattanto, «irreali in mezzo alla divina irrealtà dell’acqua, dell’aria, degli orti, delle isole taciturne», in un mondo di pescatori tra isole povere e vergini, ecco i supremi Canaletto e Bellotto e Guardi, e i modesti acquarellisti del tardo Ottocento. Col Molo, il Bacino, la Salute, Rialto, la Dogana, la Piazzetta, la Piazza, l’isola di San Giorgio Maggiore… Fra le tracce di pittura veneziana in terra bresciana, ecco un «Martirio dei santi bresciani», con un Bellini, un Romanino, un Tiziano, un Tintoretto, un Moretto, nonché vari anticipi del chiarismo lagunare.
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El Greco a Treviso. Giulio Clovio era un miniaturista croato? O lo si può confondere con Paolo Giovio, storico di viva rinomanza ai suoi tempi, e autore di una galleria di ritratti storici? Confondibilissimo invece appare «el soplòn», ragazzo che soffia su un tizzone acceso. Con repliche di successo a Capodimonte, presso gli Harewood, e in varie collezioni private.
A Treviso, presso la Casa dei Carraresi, ecco le metamorfosi di un genio: «El Greco in Italia». Cioè, gli anni cruciali e le tappe che scandiscono il suo iter spirituale e artistico e figurativo tra Creta (allora veneziana), l’Italia (cui tanto deve) e la Spagna, dove arriva già compiuto. E perfetto.Tiziano, Tintoretto, Bassano, Correggio, Parmigianino… Ma come presentare un «Ritratto di Giulio Clovio», attribuibile da una Schorr Collection a El Greco, sulla base della somiglianza con quel «Ritratto di Giulio Clovio», a Capodimonte? E se si trattasse di Paolo Giovio? E della sua Villa Liviana?
Nel suo labirinto… L’impossibile icona… La modernizzazione, un sogno impossibile… La scintilla di un nuovo fuoco creativo…Il guizzo del mistero prima della Spagna… La metamorfosi del segno… Intanto, Maddalene penitenti, ritratti di giovani o vecchi gentiluomini, Adorazioni di Magi o pastori, Annunciazioni, Passioni, ultime cene, santi nel deserto, altaroli, placchette… Apparizioni, Crocifissioni, Cristi morti in croce, tantissimi santi… Pietro, Paolo, Maurizio…
«Quale ne l’arzanà de’ Viniziani…».
«L’Avventura del Vetro», Castello del Buonconsiglio, Trento. «Fulvio Bianconi alla Venini», «Le stanze del Vetro», Fondazione Giorgio Cini onlus, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia. Relitti… Brocchette, coppette, vasetti, oggetti globulari. Alzate, secchielli, fiasche da pellegrino. Cassette da viaggio per medicinali. Giovani coppie in fuga da una casa in fiamme. Modiste, villeggiature, donne che lavano e stendono i panni. Vedute di piazza San Marco, regate al ponte di Rialto, Maria e Giuseppe in visita da Elisabetta e Zaccaria. Dogi in visita diocesana alla Salute. Damerini, giovinetti, figurine, personaggi sacri, barbuti, bottiglie, ampolline, piastrine, borsette, murrine, cravattine, trombette, candelieri, una collezione trentina di perle veneziane…
Per tutte le età!...
«Torna, piccina mia, torna dal tuo papà, la ninnananna ancora ti canterà…».
«Mamma! Solo per te la mia canzone vola! Mamma! Starai con me, tu non sarai più sola!....».
«Voglio vivere così! Con il sole in fronte! E felice canto! Beatamente! Tutto questo incanto, non costa niente!».
«Voglio offrirti una bambola rosa, piccolina, come te!
«È un regalo che s’offre a ogni sposa, piccolina, come te!».
«Dove si è cacciata, quella disgraziata, dove sei mai tu, felicità?
«Dove si è nascosta, quella faccia tosta, dove mai sei tu, felicità… «Ahò, felicità, dove tu sei?»?
©Alberto Arbasino