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 2016  marzo 02 Mercoledì calendario

Libero fa i conti in tasca al Quirinale e mette a confronto le spese di Mattarella e Napolitano

Non li aveva pubblicati per non disturbare. Si sa, l’attenzione generale era polarizzata dal dibattito sulle unioni civili e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, timido e riservato come è, non voleva ritagliarsi spazio rendendo pubblico il bilancio di previsione 2016 del Quirinale. Quando lunedì mattina però Libero ha ricordato che quel documento era in ritardo di quasi due mesi e che aprire i palazzi al pubblico e poi nascondere i conti del Palazzo sembrava una incongruenza, il presidente della Repubblica ha vinto ogni timidezza. Il suo staff ha fatto circolare una nota il giorno successivo ad alcuni quotidiani anticipando i grandi risparmi della nuova èra rispetto alla vita allegrotta che si svolgeva sul Colle quando c’era Napolitano. E ieri ha fornito i conti tradizionali, con le relative tabelle 2016 e per la prima volta anche le tabelle di previsione di spesa per il biennio successivo 2017-2018. La nota che accompagna i numeri del nuovo Quirinale spiega che la dotazione del Tesoro è rimasta immutata rispetto a quella ottenuta da Napolitano: 224 milioni di euro. Poi afferma che «la spesa effettiva, pari ad euro 236.652.12,93 euro al netto della quota di avanzo di amministrazione destinata ad esigenze future e delle partite di giro, è prevista in diminuzione del 2,15% rispetto al dato iniziale del 2015 di euro 241.840.742». Non una rivoluzione, ma un piccolo risparmio sì per la presidenza della Repubblica più cara del mondo (L’Eliseo nella legge finanziaria del 2016 ha un costo di soli 100 milioni di euro).
Ma quanto scritto da Mattarella in nota contrasta con il documento lasciato da Napolitano il 9 gennaio 2015: «La spesa complessiva di competenza prevista per il 2015, al netto dei fondi di riserva e degli effetti meramente contabili delle partite di giro, ammonta a 236,8 milioni di euro». Qualcuno forse ha fatto la cresta sulle spese di Napolitano per potere poi dire che Mattarella aveva risparmiato tanto. Ma fra una nota integrativa e l’altra la differenza è davvero minuscola: 236,8 milioni per Napolitano e 236,6 milioni per Mattarella: appena 200 mila euro, una inezia.
Sono molte le differenze di spesa fra i due presidenti se si va a curiosare fra i vari capitoli di bilancio. La sola cosa per cui i due presidenti spendono la stessa identica cifra è l’acqua potabile: 420 mila euro l’anno. Mattarella spende di meno per il personale non di ruolo (-236 mila euro), per i consiglieri personali (-875 mila euro), per i generi alimentari e le vivande (-10 mila euro), per i servizi fotografici e video (-5 mila euro), per le bollette, le spese postali (-20 mila euro), la biancheria (-60 mila euro), i materiali di pulizia (-3 mila euro), e la manutenzione dei beni artistici (-24 mila euro). Il nuovo presidente della Repubblica spende invece più di Napolitano per la retribuzione del personale di ruolo (+ 326 mila euro), le pensioni dirette del personale (+982 mila euro), le pensioni di reversibilità (+204 mila euro), le collaborazioni esterne (+13 mila euro), i servizi di pulizia esterni (+100 mila euro), la cancelleria (+10 mila euro), i materiali di consumo degli uffici (+64 mila euro), le spese assicurative degli immobili (+14 mila euro) e gli eventi culturali (+86 mila euro, raddoppiando la cifra precedente). Un taglio vero e proprio è arrivato sia al capitolo dei patrocini onerosi del culturale che a quello della beneficenza. Napolitano spendeva 189.880 euro per l’adesione alle attività culturali e sportive, e Mattarella ha dimezzato: 96 mila euro. Napolitano stanziava 550 mila euro per «interventi di natura solidaristica», e Mattarella ha fatto calare pesante la scure del Quirinale: 170 mila euro, un terzo di prima.
Nel capitolo delle bollette c’è pure un giallo. Sensibili le riduzioni per luce e gas, e si vede che il nuovo inquilino sul Colle la sera spegne la luce e per riscaldarsi ha bisogno di poco. Ma è un mistero come il pagamento del canone Rai possa essersi ridotto da 15 a 8 mila euro. A meno che Mattarella abbia rottamato metà dei televisori di palazzo...