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 2016  marzo 02 Mercoledì calendario

Tiziana Cacialli, l’insegnante precaria che si è reinventata personalizzando le Barbie (con tanto di anima)

«Essere riuscita a dare un’anima alla Barbie: è il complimento più bello che ho ricevuto. E che meglio riassume l’essenza di quello che faccio: mettere amore in ogni dettaglio». Pennelli con setole millimetriche con cui tracciare occhi, labbra e lineamenti. Ciocche di nylon, oltre trecento per testa, con cui impiantare nuovi capelli e realizzare fantasiose acconciature.
E poi sete variopinte, gonne di raso, tulle, pizzi macramè, cristalli e strass Swarovski, perle e fili dorati che in ore e ore di lavoro diventano eleganti abiti. Esclusivi e originali.
Creare Barbie Ooak, «one of a kind», ovvero unica nel suo genere: è la passione convertita in occupazione a tempo pieno di Tiziana Cacialli, insegnante senza cattedra di 51 anni, nata all’Isola d’Elba e da una dozzina d’anni residente a Livorno. «È iniziato tutto per caso 8 anni fa: stavo passeggiando quando in una vetrina ho visto una bambola di cui mi sono innamorata e me la sono subito fatta regalare. Arrivata a casa ha provato a modificarla: prima il trucco, poi lo sguardo e infine il vestito. Ho cominciato a sperimentare varie tecniche e a tentare di costruire da zero ogni particolare. Facendolo ho scoperto che lo sapevo fare, e anche bene. Ma non solo: cercando informazioni e idee in rete mi sono resa conto che esisteva un mondo di appassionati alle bambole Ooak. E quindi mi sono lanciata con curiosità e impegno».
Oggetti di culto
Tiziana ha creato 207 bambole, con tempi di lavoro che vanno dai 10 giorni per le più semplici a diverse settimane per quelle più complesse, e un prezzo medio dai 200 euro in su. Oggetti di culto, non giocattoli. Pezzi unici, accompagnati da un attestato in cui lei stessa s’impegna a non produrre opere simili. Una lista d’attesa infinita, con richieste da Stati Uniti, Spagna e Francia, un articolato catalogo virtuale allestito all’indirizzo www.atelierditiziana.com e un giro di appassionati che si allarga sempre più grazie al passaparola e alle partecipazione alle convention di settore. «Sono estremamente pignola e questo traspare nelle mie figure. Sui volti lavoro di giorno e quando c’è il sole per non farmi ingannare dalla luce artificiale ed utilizzo rigorosamente materiali di estrema qualità, il risultato deve essere irripetibile».
I dettagli
Il viso della Barbie cancellato con un solvente per unghie e poi ridipinto con pigmenti puri e colori acrilici per dare profondità, umori e fisionomie. I capelli, da trapiantare, tagliare e pettinare. I vestiti, da ideare, cucire, ricamare, provare e riprovare. E infine gli accessori: dalle scarpe a borsette, ombrelli, collane. La genesi di ogni Barbie è un susseguirsi di raffinati passaggi, dettati dalla fantasia di Tiziana o dalle indicazioni dei clienti. «Sì, il più delle volte sono frutto della mia immaginazione o il tentativo di riprodurre figure del mondo delle fiabe o del cinema. Ma io lavoro molto su commissione: sono le persone a dirmi cosa desiderano. Lunghissime telefonate, scambi di schizzi e fotografie, descrizioni particolareggiate che io poi traduco in bambola. In questo momento, per esempio mi è stata ordinata “Azzurrina”, ispirata a un fantasma di un castello del riminese. Ma le richieste sono davvero le più fantasiose». Da Marilyn Monroe a Crudelia De Mon, da Cleopatra a Maria Callas, dalle Spice Girl a Rose diTitanic in compagnia di Jack, unica figura maschile eccezionalmente ammessa.
Ma c’è chi chiede a Tiziana di generare una Barbie a propria immagine e somiglianza. «Diverse spose e le loro mamme hanno chiesto la bambola con l’abito di quel giorno come ricordo del matrimonio. In quei casi devo cercare bambole con l’ovale simile a quello della ragazza e poi ricreare lo stile, l’espressione e l’abito. Non è facile, ma la soddisfazione finale è impagabile». Impagabile e triste, perché il momento del distacco è sempre difficile. «A volte ho anche pianto per il dispiacere. Ogni pezzo l’ho visto nascere, crescere, prendere personalità. È normale affezionarsi. Sì, lo so: è solo una semplice Barbie. Ma con un accessorio in più: l’anima».