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 2016  marzo 02 Mercoledì calendario

In Sicilia il presidente della società di riscossione delle imposte viene costretto alle dimissioni. Quelli che non pagano restano tutti ai loro posti

Lunedì due consiglieri di Riscossione Sicilia si sono dimessi. E così è decaduto anche Antonio Fiumefreddo, presidente della società di riscossione delle imposte. Che aveva cominciato a tagliare le spese.
Ha dichiarato ieri il governatore siciliano Rosario Crocetta: «Non ho mai mollato Fiumefreddo. Mi chiedevano di mollarlo ma io l’ho difeso». In Sicilia poche cose sono davvero come sembrano. Ecco perché è buona regola attenersi ai fatti, anziché alle parole. È un fatto che lunedì i due consiglieri di Riscossione Sicilia, il commercialista Eustachio Cilea (del Pd) e la dirigente regionale Maria Filippa Palagonia si sono improvvisamente dimessi. È un fatto che con le dimissioni è decaduto il consiglio, e quindi pure il presidente della società della Regione incaricata di riscuotere le imposte: Antonino Fiumefreddo, nominato da Crocetta giusto un anno fa. È un fatto che l’assemblea regionale avesse negato negli ultimi mesi a questa società in perenne perdita, capace di incassare appena l’8% delle somme iscritte a ruolo, i soldi necessari a tenerla in vita, concedendoli invece solo dopo il dimissionamento del presidente. Ma che Fiumefreddo avesse cominciato a tagliare le spese eliminando la lista degli avvocati esterni (887 su 702 dipendenti!), e avviato alcune azioni impopolari, come il sequestro di Porsche e Ferrari agli evasori, sono altri fatti. Come le cartelle di pagamento spedite a due terzi dei componenti l’assemblea regionale, con il risultato di farli infuriare. Una iniziativa senza precedenti, seguita giorni fa da una seconda ondata di 195 cartelle recapitate e sindaci, assessori e consiglieri comunali che figuravano nella lista dei morosi. Settanta solo fra Palermo (38 ) e Catania (32), dove gli avvisi hanno raggiunto oltre metà della giunta di Leoluca Orlando e più di un terzo di quella di Enzo Bianco.
Questi sono i fatti e ognuno può trarre le conclusioni che crede. Perfino che l’antipatico Fiumefreddo abbia fatto di tutto per farsi cacciare. Ma è la prova che se in Sicilia le stagioni politiche cambiano, gli intoccabili restano tali. E vincono sempre loro.