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 2016  marzo 01 Martedì calendario

Embè?

Mitridate VI, re del Ponto e nemico acerrimo di Roma, era ossessionato dal timore di essere avvelenato in una congiura di corte. Il suo medico personale, Crautea, lo rese immune somministrandogli ogni giorno piccole dosi di un intruglio di una cinquantina di veleni. Così, quando fu sconfitto da Pompeo Magno nel 63 a.C., Mitridate tentò il suicidio ingerendo veleno, ma sopravvisse. E, per riuscire a morire, chiese al generale gallico Bituito di trafiggerlo con la spada. Di qui la mitridatizzazione, cioè l’assuefazione al peggio. È quel che accade da tempo a noi italiani: ne abbiamo viste e sentite talmente tante che non ci spaventa o scandalizza più nulla. “Embè?”, è il commento più diffuso, qualunque cosa accada. Come Obelix con la pozione magica, siamo caduti nel pentolone dell’“embè” da piccoli. Così B. è sopravvissuto politicamente vent’anni: facendole e sparandole sempre più grosse. E così si comporta il suo allievo prediletto R. nella certezza che, a furia di superare gli standard della vergogna, ne evaporeranno i limiti e, alla fine, lo stesso concetto.
Prendete il titolo qui a fianco: “Vietato arrestare i ladri”. Pare una barzelletta, una battuta, un paradosso: invece è la pura realtà. Con la riforma Orlando dell’estate scorsa, la custodia cautelare in carcere è stata limitata ai reati per cui si prevede una condanna da 3 anni in su. Restano fuori lo spaccio di droga e i furti in casa, due fra quelli di maggior allarme sociale: le forze (anzi, forse) dell’ordine devono fermare spacciatori e topi d’appartamento in flagrante, ma dopo 48 ore il giudice deve liberarli, cioè rispedirli in strada a spacciare o nelle case altrui a rubare. È così che il governo ha “risolto” il sovraffollamento carcerario: lasciando a piede libero migliaia di delinquenti, salvo poi scandalizzarsi se la gente esasperata organizza ronde o si mette a sparare. Embè?
Chi promette soldi a tutti, dai poveri ai giovani, dai contribuenti ai pensionati, dalla scuola alla ricerca al dissesto idrogeologico che trasforma due giorni di pioggia in emergenza nazionale? Lo stesso premier che ha appena preso in leasing un catorcio di Airbus per farne il suo Air Force One, al modico costo di 40mila euro al giorno (15 milioni l’anno) più 21mila dollari di carburante per ogni ora di volo: se viaggiasse su voli di linea come Mattarella, potrebbe impiegare quelle somme per finanziare 4400 borse di studio all’anno, o assumere 200 ricercatori e trattenerli in Italia, o coprire in due anni il buco di Expo. Embè?
Chi contesta il bail-in, cioè la norma europea che dal 2016 vieta agli Stati Ue di salvare le banche con soldi pubblici? Il Pd, che l’ha votata al Parlamento europeo e in quello italiano. Embè?
Chi attacca le politiche rigoriste e merkeliane di Juncker? Il premier italiano che votò Juncker a presidente della commissione Ue insieme alla Merkel e si schierò con Juncker e Merkel quando quelle politiche erano contestate dal referendum di Tsipras in Grecia. Embè?
Chi accusa Miguel Gotor (sinistra Pd) di essere l’ex “ideologo di Italia Futura di Montezemolo”? Maria Elena Boschi, ministra del governo che sguinzaglia in tutte le tv a pontificare delle magnifiche sorti e progressive del renzismo Andrea Romano, vero ideologo di Italia Futura di Montezemolo in tandem con Carlo Calenda, viceministro di Renzi che l’ha appena promosso a rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue scavalcando la catena diplomatica. Embè?
Perché la stepchild adoption, cioè la possibilità per le coppie gay di adottare i 500 “figliastri” o “configli” nati dalle loro unioni o da quelle precedenti, è stata stralciata dalla Cirinnà al Senato? Perché 199 senatori, cioè la maggioranza, volevano approvarla, mentre 121 senatori, cioè la minoranza, non volevano: allora Renzi ha imposto la fiducia al suo governo su una legge che non era del suo governo, per impedire ai partiti di opposizione di votare con quelli di maggioranza tutta la legge e consentire a una minoranza di farne passare solo un pezzo, con tanti saluti ai 500 bambini, dando poi la colpa all’opposizione. Embè?
Chi è che chiede al governo egiziano tutta la verità sulla morte di Regeni? Lo Stato italiano che, oltre a essere amico e alleato del golpista Al-Sisi, nasconde la verità sulla trattativa con la mafia durante le stragi del 1992-’93; sul pestaggio di centinaia di persone alla Diaz e a Bolzaneto durante il G8 di Genova 2001; sulle morti di Cucchi, Aldrovandi, Uva e tanti altri cittadini picchiati da settori deviati delle forze (forse) dell’ordine; sul sequestro e la deportazione orditi dal Viminale ai danni di Alma e Alua Shalabayeva; e sul sequestro e la deportazione orditi da Cia e Sismi ai danni di Abu Omar per farlo torturare proprio in Egitto, con condanna dell’Italia a Strasburgo. Embè?
Intanto l’ex governatore pugliese Nichi Vendola, “sinistra radicale”, è rinviato a giudizio per concussione nel maxi-processo ai favoreggiatori dell’Ilva, l’azienda più assassina d’Italia, ma nessuno dice nulla perché sono tutti impegnati a stracciarsi le vesti per la sua scelta di fare un figlio (che poi non è suo, ma del compagno): quello sì è uno scandalo, non i favori all’Ilva. Sul tema interviene anche l’autorevole ministro Alfano, che è indagato per aver trasferito un prefetto che faceva il suo dovere, ma su questo nessuno dice nulla. Embè?
Un tempo, nelle scuole di giornalismo, si insegnava che se un cane morde un uomo non è una notizia: lo è se un uomo morde un cane. Ora, chiunque morda chiunque, è normale. Embè?