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 2016  marzo 01 Martedì calendario

Nel Piacentino anche i carabinieri dicono messa (per mettere in guardia gli anziani dai truffatori)

Gli anziani sono sempre stati una categoria vulnerabile, ma nel nostro Paese sembrano essere alla mercé di ogni violenza e raggiro. Da un lato, le continue notizie di vecchi malmenati e umiliati in cosiddette case di riposo, dove disumane “operatrici sociali” vengono intercettate mentre augurano loro di crepare, e raggiungere così i parenti al cimitero. Dall’altro, l’epidemia di truffe da parte di impostori che si spacciano per carabinieri, avvocati, dipendenti di varie compagnie della luce o del gas, per spillargli i risparmi o i soldi della pensione. Di fronte a questa nuova emergenza – da noi non mancano mai – le autorità si danno da fare e qualche volta persino travalicano se non le loro competenze, i loro confini. Così è accaduto a Bobbio, provincia di Piacenza, e in alcuni Comuni vicini, per iniziativa della locale compagnia dei carabinieri. Di fronte al rischio dell’espansione di questo tipo di raggiri nel loro territorio, ancora non colpito come il resto dell’Emilia-Romagna, i carabinieri hanno adottato una strategia preventiva se non altro irrituale, nel vero senso della parola. Onde informare capillarmente la popolazione delle modalità con cui si presentano i truffatori, e così denunciarli al 112, hanno chiesto a don Paolo Cignatta, parroco del duomo di Bobbio, di poter predicare dal pulpito – sì, di informare i fedeli riuniti per la messa domenicale, al termine del rito. Dunque non «la messa è finita, andate in pace», ma «la messa è finita, e ora ascoltate il capitano dei carabinieri Gianluca Muscatello». Il quale, come d’accordo con don Cignatta, è montato in pulpito, con l’uniforme d’ordinanza, per svolgere la meritoria opera di informazione e profilassi rispetto al grave fenomeno criminale delle citate truffe. Successivamente, sono stati distribuiti all’uscita vademecum, anch’essi contenenti consigli pratici per non farsi infinocchiare dagli impostori. Questa insolita appendice alla normale messa domenicale è avvenuta, come abbiamo detto, anche in altre parrocchie, sempre per bocca di carabinieri della compagnia di Bobbio, tutti saliti al pulpito del sacerdote per informare i fedeli.
Non osiamo giudicare l’iniziativa da un punto di vista tecnico, se e quanto sarà efficace a scongiurare le truffe, ma ci permettiamo di avanzare qualche riserva dal punto di vista, diciamo così, del costume. Delle tradizioni. E anche di una certa forma rituale che ci pare andrebbe preservata. Una chiesa – che comunque, e anche quest’episodio lo dimostra, resta un punto di riferimento fondamentale delle comunità, al di là dell’irrefrenabile laicizzazione della cultura – non è una scuola, dove è previsto l’intervento di un’autorità esterna, di un esperto, che sale in cattedra e, con l’accordo del preside, vestito dei suoi panni professionali, istruisce gli studenti. Non pretendiamo la separazione del rito bizantino, tra lo spazio sacro riservato al sacerdote e lo spazio dell’uditorio dei fedeli. Però vedere le foto dei capitani dei carabinieri nello stesso posto ove il sacerdote recita i versetti del Vangelo, li commenta nell’omelia, e invece della sua veste bianca trovarci l’uniforme della benemerita, di un’autorità civile, e che dopo la messa si dilunga in descrizioni di truffe per opera di manigoldi arlecchineschi che si arrabattano per spillare soldi ai vecchietti, insomma, un certo effetto straniante lo fa.
Il rito della messa non è una piazza, una caserma, una sala da conferenze, un salotto, luoghi in cui avvengono le cose più disparate: è un luogo riservato al culto. Il fenomeno delle truffe degli impostori delle utenze elettriche o del gas, o dei finti avvocati o finti chissà cos’altro, di questi Fantomas di provincia che terrorizzano la terza età della provincia piacentina, sarà pure grave e certo va stroncato, ma per cortesia, se proprio volete, fuori, sul sagrato, non dal pulpito!
Naturalmente, nella società civile, la legge di Cesare e quella di Dio si mescolano di continuo, ma almeno a messa andrebbero mantenute separate. Lì i fedeli si riuniscono per salvare le loro anime, e riconoscere la via del Signore, non per salvare risparmi o pensioni, che pure sono importanti, e riconoscere il finto tecnico Iren.