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 2016  marzo 01 Martedì calendario

L’importanza di un attore che sappia cambiare musica. Elogio di DiCaprio

Gentile Salvatores,
evviva evviva evviva! Finalmente ha vinto Leonardo DiCaprio. Penso di non essere la sola ad aver visto per anni (i primi anni) in DiCaprio poco più di un bel viso per film hollywoodiani. Nell’ultimo periodo però penso sia stato grandioso. Su tutti cito «Il lupo di Wall Street» e «The Revenant». Ipnotico, maestoso, gigante davvero. Sa trasformarsi come pochi. Da regista cosa ne pensa? E quanto conta la bravura dell’attore principale nella riuscita di un film? Quando ha dovuto scegliere i suoi, di protagonisti, come ha fatto? E si è mai pentito? Ovviamente complimenti anche a Morricone, grazia e potenza fatte musica. Grazie per lo spazio e un saluto.
Mara Giudice

Cara Mara,
sono molto contento anch’io per l’Oscar a DiCaprio. Diversamente da te, invece, ho sempre pensato che lui fosse un bravo attore. Prova a vederti, se non l’hai già fatto, «Romeo+Juliet» di Baz Luhrmann, per esempio. Trovo molto interessante il fatto che DiCaprio abbia vinto con un film in cui usa pochissimo le parole per esprimersi.
Nino Baragli, che ha montato tutti i film di Pasolini, di Sergio Leone e gli ultimi di Fellini, e che è stato il mio vero e unico Maestro, quando avevamo finito di montare una scena, per vedere se era venuta bene o no, metteva a zero il volume dell’audio sulla moviola: «Se capiamo tutto senza parole, vuol dire che va bene», mi diceva.
Al cinema la cosa più importante è l’immagine. Ecco perché le facce degli attori contano molto in un film. A teatro è diverso: il Teatro è la vera casa dell’Attore! A teatro è l’attore che può decidere cosa il pubblico deve vedere, al cinema è il regista che si assume questa responsabilità. In entrambi i casi, per me, gli attori sono fondamentali, li considero «autori» del film insieme a tutti quelli che lo stanno realizzando.
François Truffaut diceva che, quando avevi fatto un buon cast, avevi fatto l’80% del lavoro di un film. Sono d’accordo con lui. Quando Miles Davis sceglie John Coltrane per il suo quartetto, non sceglie solo un bravo sassofonista, sceglie Coltrane, qualcuno, cioè, che possa intervenire creativamente sulla partitura.
Ecco, quando scelgo un attore, scelgo qualcuno che possa cambiarmi la musica che avevo in testa.