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 2016  marzo 01 Martedì calendario

Il Quirinale costerà cinque milioni in meno

Nel corso di quest’anno solare, la Presidenza della Repubblica costerà alle casse pubbliche 5 milioni in meno rispetto al 2015. Il risparmio sarà pari al 2,15 per cento della spesa complessiva effettiva di 236 milioni. E nella nota illustrativa al bilancio, consultabile da stamane sul sito www.quirinale.it, viene fatto osservare che non si tratta del primo taglio alle spese del Colle. Le sforbiciate ormai si susseguono da tempo, già sotto il regno di Giorgio Napolitano erano state introdotte alcune economie, Sergio Mattarella semplicemente accentua questa tendenza a una maggiore oculatezza che riporta i costi quirinalizi allo stesso livello del 2007. Tenendo conto dell’inflazione, è come se in questi nove anni fosse stato risparmiato il 13 per cento.
Si poteva fare di più? Il Quirinale segnala due vincoli al momento insuperabili. Il primo è rappresentato dalle retribuzioni del personale, che da sole superano la metà della spesa complessiva (il 50,86 per cento a voler essere precisi). In confronto al 2015, si tratta di 2 milioni in meno grazie anzitutto al divieto di cumulo tra le varie retribuzioni e prebende: il segretario generale Ugo Zampetti presta la sua opera gratis, idem i consiglieri del Presidente. La Nota illustrativa segnala inoltre che sono state limate le indennità del personale fuori ruolo e a contratto, che il 10 per cento degli incarichi di direzione e coordinamento sono stati soppressi. È stato deciso di far pagare gli alloggi di servizio a chi finora ne aveva usufruito per cifre irrisorie attraverso criteri di concessione più restrittivi e con canoni di locazione di molto aumentati.
Purtroppo quest’anno scattano le assunzioni di concorsi svolti in passato, e dunque la spesa per il personale di ruolo anche se di poco aumenterà. Idem per quanto riguarda la dinamica previdenziale, che rappresenta la bellezza del 39,42 per cento sul totale della spesa 2016: più 1,29 rispetto all’anno scorso. Insomma, ci sono vincoli rappresentati dall’impossibilità di mettere per strada chi ha vinto un regolare concorso e di negare la pensione a quanti l’hanno legittimamente maturata. Le economie verranno fatte quest’anno soprattutto sull’acquisto di beni e servizi. Si prevede una riduzione del 5 per cento circa.