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 2016  marzo 01 Martedì calendario

«Un terzo dei millennials non aprirà un conto in banca. Basterà un’app sul cellulare». Nicolas Cary spiega cos’è Blockchain

Ha fondato una rete digitale che rappresenta per le banche ciò che Napster o iTunes sono state per i dischi, l’email per le lettere e le cartoline, Amazon per le piccole librerie di quartiere. Una minaccia radicale di obsolescenza delle vecchie abitudini. Visto dalla posizione opposta, un’opportunità altrettanto radicale di innovazione che in pochi anni può trasformare il modo in cui interi settori del sistema finanziario e dell’economia mondiale funzionano.
Nicolas Cary, trent’anni, co-fondatore di Blockchain insieme a Ben Reeves e Peter Smith, ne parla in una pausa del World Government Summit di Dubai con una foga alimentata da una sorta di zelo libertario. Non è solo il business che lo muove; non è semplicemente la prospettiva (concreta) di guadagnare almeno molte decine di milioni di dollari entro breve. A sospingerlo è la sua stessa biografia da millennial, nativo degli anni attorno al cambio di secolo, e la smania di cambiare il sistema nel quale ha mosso i primi passi. Come tanti suoi coetanei che per opporsi all’establishment e a Wall Street sostengono il vecchio Bernie Sanders alle primarie del partito democratico, anche Cary ha dei conti da regolare. Tutto parte dal suo rifiuto di accettare un rapporto di sottomissione verso i padroni del denaro. «Sono uscito dall’università con una camionata di debiti» dice Cary, macinando dieci parole al secondo per raccontare la sua storia di studente che si rivolge alle banche per pagare l’università. «Per fortuna ora ho saldato tutto. Ma è stata un’esperienza formativa per la mia visione del denaro, della diseguaglianza e delle opportunità».
Quando gli si chiede in cosa consista la sua innovazione e cosa faccia la sua azienda, Cary non si lascia spaventare. Gli scettici lo motivano. «I nuovi paradigmi spesso sono difficili da concepire. Quando il rock and roll fu sentito per la prima volta, la gente diceva che avrebbe corrotto le anime». Blockchain è oggetto di critiche simili perché sta a Bitcoin, la moneta digitale, come la Federal Reserve sta al dollaro. È un produttore digitale e matematico della fiducia necessaria fra soggetti che si scambiano merci e valori. È un garante delle transazioni. Poiché Bitcoin viene usato (anche) per comprare droga o armi, la reputazione del suo sistema digitale di pagamenti ha rischiato di macchiarsi.
Ma Blockchain (la «catena a blocchi») in realtà è qualcosa di diverso. Più passano i mesi, più Wall Street e le grandi banche centrali corteggiano la sua tecnologia trascurando del tutto i Bitcoin per i quali è nata. Blockchain, in sostanza, è un libro mastro. Ma è basato su un algoritmo, accessibile e leggibile per intero da qualunque computer in tutto il mondo. Nessuno lo può manipolare da solo, nessuno lo può attaccare se non ha dalla sua la metà più uno di tutti gli utilizzatori del mondo, nessuno lo controlla. Ogni titolo di proprietà e ogni transazione fra due parti finisce condensata in un codice nel suo sistema condiviso. Da allora non è più modificabile. Di ogni piccolo valore diventa possibile per tutti ricostruire la storia, passaggio dopo passaggio. Alcuni Paesi, dall’Ecuador alla Grecia, sono tentati di riscrivere il catasto in questo modo. Altri vogliono codificare così i titoli di proprietà su opere d’arte o gioielli, in modo che chi li ruba non possa più rivenderli. Per i notai è una sfida come Uber lo è per i taxisti. Poi c’è la finanza, naturalmente. «Possiamo rimuovere l’istituzione che storicamente creava fiducia – dice Cary —. La ragione per cui c’è tanta complessità in una banca è che le persone non si fidano le une delle altre. Una banca è una blockchain di esseri umani, soggetti preposti a garantire ogni passaggio di ogni transazione. Lì dentro c’è sempre qualcuno che controlla qualcun altro. Bene, tutto questo consenso è stato replicato in un algoritmo che funziona sulla blockchain di bitcoin, la nuova moneta digitale», conclude Cary. Intere funzioni di banche e piattaforme finanziarie come le Borse possono diventare obsolete come dischi di vinile o anche compact disc.
C’è un solo paradosso. Un’innovazione nata per bitcoin, la valuta anti-sistema, ora attrae il sistema con le sue promesse rivoluzionarie. Cary resisterà alle sirene delle offerte di Wall Street? «Le banche dovranno ripensare il loro ruolo – dice —. Un terzo dei millennials non prevede di aprire un conto in banca, basta una app sul cellulare. Blockchain non ha uno zar al centro che decide». Ma a questi patti, precisa, «siamo aperti a essere partner di chiunque».