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 2016  febbraio 28 Domenica calendario

Le prigioni di Massimo Bossetti. In galera il presunto omicida di Yara gioca a biliardino, scrive alle ammiratrici, prende il sole e si fa lunghe dormite

C’è un’altra detenuta nel carcere di Bergamo, una certa Gina, che da tempo è diventata una specie di amica di penna di Massimo Bossetti, il carpentiere accusato dell’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. La notizia è spuntata durante l’interrogatorio della moglie dell’imputato, Marita Comi, la quale prima ha detto di non saperne nulla e poi s’è ricordata: «Ah sì, quella delle lettere». La faccenda è morta lì, perché gli avvocati di Bossetti hanno chiesto e ottenuto dal giudice Antonella Bertoja l’inammissibilità della domanda. Fuori dal tribunale, i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno detto di ignorare l’identità di Gina. E davanti alle telecamere hanno domandato con una punta di veleno: la procura come fa a conoscere la corrispondenza dell’imputato?
POSTA CONTROLLATA
La posta di Massimo Bossetti non è più setacciata come nelle prime settimane di detenzione, quando era in una cella singola (per un periodo è stato accanto a quella di Antonio Monella, l’imprenditore condannato per aver ucciso un malvivente che gli era entrato in casa e gli stava rubando il suv). Ora tutte le lettere vengono aperte davanti al carpentiere, ma l’unico obiettivo è verificare che nella busta non ci sia qualcosa di proibito, per esempio qualche banconota. Il contenuto della missiva non viene letto. Ma il mittente, quando c’è, salta agli occhi. E da tempo c’è una corrispondenza tra Bossetti e un’altra detenuta: dopo aver visto l’uomo di Mapello in televisione, la donna ha deciso di scrivergli ricevendo risposte puntuali. I due non si possono vedere né si sono mai incontrati durante gli spostamenti all’interno della casa circondariale. Ma evidentemente scambiarsi qualche scritto è di reciproco conforto. Bossetti viene descritto come un detenuto modello. Poche parole con gli agenti di polizia penitenziaria, ancora meno con i compagni di sventura. Ora è ospitato in un’ala che custodisce gli uomini accusati o condannati per reati di tipo sessuale. Sono una ventina in tutto. Bossetti divide la cella con un’altra persona, un italiano, e non ha mai dato problemi. Condividono uno spazietto che prevede anche un bagno con porta battente.
SOLE E CARTE
Il carpentiere, in galera ormai dal giugno 2014, ha mostrato di gradire due attività tra tutte: d’estate, ama prendere il sole. Quando c’è l’ora d’aria si sdraia per terra cercando di catturare più tepore possibile. Poi c’è il biliardino: ci gioca volentieri. La sveglia in carcere è data verso le 8, ma volendo il muratore potrebbe stare a letto ancora per altre ore. E lui stesso ha confessato – in una lettera di quasi un anno fa – di dormire come non aveva mai fatto in vita sua, ammazzando il tempo tra partite di scala 40 e qualche visita: lo psicologo, il cappellano, l’avvocato, i parenti.
GIORNALI E TV
Ora non ha limitazioni, a parte l’accesso a internet che resta escluso: può vedere la tv in chiaro e può leggere i giornali che vuole. Ha a disposizione un piccolo budget da spendere per farsi acquistare beni di prima necessità, dal sapone alle lamette da barba, e per quanto riguarda la biancheria affida i panni sporchi ai familiari che vengono a trovarlo e che gli portano i vestiti puliti. Lo fanno tutti i detenuti, tranne quelli che fuori dal carcere non hanno nessuno, e che quindi si rivolgono al buon don Resmini. Inutile dire che anche la biancheria viene sottoposta a controlli. Mentre fuori dal carcere Bossetti è ricercatissimo dalle tv, dentro è considerato un signor nessuno. Praticamente invisibile. Sibila qualche «buongiorno» e «buonasera» e nulla di più, anche se s’è lamentato perché qualcuno lo chiama «ammazza-bambini». Forse, è così sulle sue perché scottato da un precedente compagno di cella, Loredano Busatta, che aveva spifferato presunte confidenze di Bossetti sul delitto. Racconto che non ha trovato riscontri mentre un altro detenuto, Rodolfo Locatelli, ha spiegato di non aver mai raccolto confessioni dal presunto omicida di Yara, descrivendolo assai riservato.
LA DIFESA DI MARITA
Ora è spuntata questa Gina, con una domanda che la pm ha buttato lì a Marita Comi, poco dopo che la moglie del grande accusato s’era presa la responsabilità di aver navigato in siti pornografici. «È inammissibile!» era saltato su il Bossetti, furibondo per l’incalzare di domande così intime. Marita ha detto il vero, oppure ha mentito per proteggere l’uomo che ama? A quel punto ecco l’interrogativo della pm Letizia Ruggeri: «Lei sa qualcosa dei rapporti di suo marito con una certa Gina?».