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 2016  febbraio 28 Domenica calendario

Nelle cantine del Berlaymont, ovvero nella caverna di Alì Babà, dove sono custoditi i regali degli eurocommissari che valgono più di 150 euro

C’è perfino una foto- ritratto di Gunther Verheugen, ex commissario tedesco, raffigurato in stile Politburo-cimiteriale con tanto di alone giallino e cornice dorata. A vederla, nessuno la valuterebbe 150 euro, neppure 15 per la verità. Ma evidentemente il commissario l’ha giudicata di grande valore e l’ha lasciata in custodia nelle cantine del Berlaymont. Come del resto ha fatto l’ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, con una sua caricatura in cornice dorata e rococò.
Il sito online Politico.eu è andato a visitare quella che ha definito “la caverna di Ali Baba”, dove funzionari e membri del collegio della Commissione europea sono obbligati a depositare tutti i doni ricevuti nell’esercizio delle loro funzioni e il cui valore superi i 150 euro. Una norma voluta da Prodi dopo gli scandali che avevano portato alla prematura caduta della Commissione guidata da Jacques Santer. «Ricordo che, su suggerimento della commissaria Loyola De Palacio, decidemmo di fissare la soglia al valore medio di un prosciutto», racconta divertito il Professore.
A vedere l’elenco degli oggetti custoditi nel sotterraneo del palazzo dove lavorano i commissari, più che una caverna di Ali Baba, sembra di essere di fronte a un magazzino da rigattiere, un “salotto di nonna Speranza” che raccoglie il fior fiore del cattivo gusto globale. Si va dalla riproduzione turistica di un “didgeridoo”, che sarebbero i lunghi corni suonati dagli aborigeni australiani, donato al vicepresidente Katainen da una persona che lui nega di conoscere (forse si vergogna), a un’ascia cerimoniale regalata da non si sa chi a non si sa chi. Ci sono anche due busti identici di Gandhi, donati in occasioni separate da delegazioni evidentemente poco fantasiose. La commissaria Bulc ha doverosamente consegnato una collana di perle, un orologio e un paio di orecchini regalati da un ministro del Qatar. Ma in genere prevalgono articoli di bigiotteria varia, modellini di aerei e di automobili e, secondo Politico. eu, perfino un enorme libro commemorativo del Manchester United. A colpo d’occhio, giudicando la qualità della roba ammassata nello scantinato, verrebbe da concludere che l’Eurocommissione e i suoi funzionari non godono di grande stima tra gli addetti ai doni protocollari delle cancellerie mondiali.
Ma forse l’impressione non è corretta. Infatti quelli ammucchiati nella “caverna di Ali Baba” sono in realtà i rimasugli, gli scarti, l’invenduto delle aste di beneficenza. Periodicamente l’associazione “Femmes d’Europe”, che raccoglie le mogli di commissarie e funzionari, preleva i doni lasciati in deposito e organizza delle vendite all’asta. Naturalmente le signore scelgono oggetti che abbiano qualche possibilità di venire acquistati e che, dopo qualche mese di permanenza nel deposito, sono messi a disposizione. Dalla lista delle cose vendibili, spiegano al protocollo della Commissione, sono esclusi solo i doni di personalità importanti, la cui messa all’incanto potrebbe creare un incidente diplomatico. Chissà se la caricatura di Barroso è tra queste.