Libero, 29 febbraio 2016
In difesa di Rocco Siffredi all’università
L’Università di Firenze sbarra le porte a Rocco Siffredi invitato dai ragazzi di Azione Giovani. «Vade retro Satana!», già si sente il tono dell’esorcismo, l’anatema. Eppure il divieto è insensato: Rocco doveva parlare in un convegno sulle Case chiuse. Qualunque sia la sua opinione, non è scandalosa. Ma soprattutto: in un incontro extra-didattico (a parte i limiti civili all’ingiuria, all’apologia della violenza, e al negazionismo) nulla dovrebbe turbare il magnifico rettore. Preoccupa la personalità di Siffredi o il suo lavoro? Se è considerato normale che un ex terrorista porti la sua testimonianza (nelle università italiane accade spesso) perché un porno-attore no? Questo veto segue di poco la polemica tra la ricercatrice Roberta D’Alessandro e la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini. La ministra si era compiaciuta per le vittorie di tanti italiani nelle borse di studio europee. E la D’Alessandro l’ha (giustamente) bacchettata: «Non si vanti dei miei risultati. I miei finanziamenti sono olandesi. L’Italia – ha aggiunto – non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista dei fondi europei non compariranno mai». Cioè raccomandati. Mi aspettavo una smentita, o perlomeno una risposta. Invece silenzio: né il ministro, né i rettori hanno parlato. Sarebbe utile, dunque Siffredi: fatico a immaginare – in una università – un atto più osceno di un concorso truccato.