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 2016  febbraio 29 Lunedì calendario

Leccare la faccia al Papa? Quest’anno si può. Se i gadget del Giubileo sono troppo anche per un ateo

Leccare il Papa è peccato mortale? Umettare Bergoglio con sapienti linguate omnidirezionali con mordicchio all’assottigliarsi del Pontefice, condanna il leccatore alla dannazione eterna, girone pervertiti duri? No. A quanto pare si può avvolgere il Capo della Chiesa in una camiciola di bava senza che ti caschi un fulmine sulla testa. Ovviamente non sto parlando di Francesco in carne, ossa e tiara che col caratterino che si ritrova lotterebbe come una tigre e non se lo lascerebbe fare, ma di Francesco in effige, quella riprodotta sui lecca lecca che vedete qui. I lecca lecca coi Papi. A dire il vero anche con la Madonna, che però, diciamolo, uno può leccare Francesco, può slinguarsi Wojtyla, ma leccare Maria Vergine, via, si tratta di una signora, anzi Nostra Signora, insomma a certe scabre evocazioni un brividone sacrilego lo provo pure io che sono discretamente ateo.
Oddìo, anche leccare Woytila una certa impressione la fa, siamo ai confini della necrofilia, si tratta di una salma, al momento anche assai andata. Eppure eccoli qua, i lecca lecca santi. Con tanto di confezione, fiocchetto e foto dei Pontefici (notata l’assenza del lecca lecca Ratzinger: forse a nessuno verrebbe in mente di leccare il pastore tedesco, triste sorte del medioevalista bavarese, per lui manco un boero). In compenso se uno si sente molto devoto può leccare Francesco e la Madonna in un solo caramellone, una specie di rapporto a tre che è meglio pensare alla Santa Trinità e farlo subito onde scacciare inquietanti implicazioni da websites notturni.
Cercando di trovare un perché all’offerta che sembra rispondere a un diffuso bisogno di leccare papi, forse siamo a una evoluzione progressista dell’Eucaristia. La Chiesa rinnovata cerca vicinanza con la gente, vuole affiancare le persone nella quotidianità, non solo nei luoghi di culto: là dove la gente vive, passeggia, lecca. Equivalente dell’ostia contenente il Redentore, il lecca lecca coi Papi (e la Madonna) permette all’uomo di ingerire elementi di Verbo, partecipando del Mistero?
Mi rendo conto che sto straparlando e soprattutto di rischiare l’incenerimento immediato, così mi trasferisco su terreni più affrontabili: se esistono i leccapapa, qualcuno avrà concesso il copyright! Mica che io domani piglio e sforno il “Pollo alla Diavola Giovanni Paolo II” precotto e lo lancio sul mercato senza l’autorizzazione della Casa Madre (che non me la concederebbe, troppo stridente l’accostamento diavola-Papa).
Nel caso dei leccapapa, che gli è passato per la testa agli uomini marketing del Vaticano? Perché hanno ritenuto positivo concedere a una azienda i diritti di immagine di due Papi e una Santa Vergine?
Esiste in Vaticano da qualche parte un prontuario dell’utilizzabilità delle immagini papali, del tipo “su un lecca lecca sì, su un portasigarette no, su calamita da frigo sì, su soap dispencer intimo no?” Dove finisce il gadget e comincia il sacrilegio? Che dicono i teologi? Per dovere di cronaca ho assaggiato Papa Francesco (in edizione solitaria, con la Madonna annessa proprio non ce l’ho fatta). Buono, dolce senza allappare e durevole: dopo la dodicesima leccata Papa ancora riconoscibile, sparita solo la mano sinistra. Per il brivido, trovate i leccapapa a Roma, in via della Maddalena 23, vicino a quelli di Michael Jackson.