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 2016  febbraio 29 Lunedì calendario

«Ballando con le stelle», il format paleo della Carlucci

Quando Umberto Eco si è inventato la definizione di paleo-televisione per parlare della Rai degli anni Cinquanta, un misto tra pedagogia e divertimento rassicurante per mandare il pubblico a dormire contento, non poteva certo immaginare che il concetto sarebbe stato appropriato per descrivere, molti anni dopo, anche il programma di punta del sabato sera di Rai1, «Ballando con le stelle» (ore 21.20).
In «Ballando» tutto è terribilmente paleo, tutto ha un sapore antico: i ritmi dilatati, i balli di coppia, gli arrangiamenti della band, gli stacchetti di Paolo Belli, gli appelli al televoto, la conduzione conciliante di Milly Carlucci, rimasta uguale dai tempi di «Scommettiamo che». Si cerca qualche spruzzata di modernità attraverso la costruzione di un cast di ballerini che spazia dalle glorie del mondo dello spettacolo (Rita Pavone, Lando Buzzanca) a personaggi più lontani dallo stile nazionalpopolare di Rai1 come Asia Argento o Platinette, fino al racconto di storie toccanti come quella della giovane atleta paralimpica Nicole Orlando. Per aumentare il pepe, si aggiungono alla giuria le unghiate di Selvaggia Lucarelli, subito in polemica con Asia Argento. Ma l’effetto resta sempre, irrimediabilmente paleo.
Com’è noto, lo show è tratto da un celebre format della Bbc che è stato adattato in tutto il mondo: alcuni vip, ex vip o quasi vip si mettono alla prova affiancati da ballerini professionisti per esibirsi nelle varie specialità del ballo di coppia.
Le versioni internazionali di solito sono molto più brevi e ne guadagnano in ritmo, in Italia per coprire la lunghezza spropositata della prima serata il programma diventa eterno. La concorrenza della De Filippi s.p.a. su Canale 5 è molto forte, là si punta sul dramma psicologico mentre qui, nella Ballandi s.p.a., tutto sulla leggerezza per scacciare i pensieri. Ma la formula è ormai troppo sfruttata, ancorata a un’immagine antica di tv.