La Stampa, 29 febbraio 2016
Il tuffo da Oscar di Van Gaal porta bene al Manchester
Troppo tardi, altrimenti avrebbe potuto candidarsi all’Oscar e la statuetta come miglior tuffatore non protagonista non gliel’avrebbe tolta nessuno. L’ennesimo show di Louis Van Gaal è stato girato al termine di un Manchester United-Arsenal da brividi. La nuova doppietta dell’esordiente Rashford, i gol inutili di Welbeck e Özil, il 3-2 che rallenta ancora la corsa al titolo dei Gunners per la gioia di Ranieri, ora in vetta con il Leicester a +2 sul solo Tottenham: tutto è passato in secondo piano di fronte allo svenimento di Van Gaal, che nei minuti finali si è buttato a terra per protesta di fronte al quarto uomo e a un incredulo Wenger. Il tuffatore non protagonista ce l’aveva con le simulazioni del tuffatore protagonista, Alexis Sanchez.
Raramente una sceneggiata così si era vista da un allenatore e forse Van Gaal ha trovato il modo per farsi ricordare dai tifosi dello United (in attesa di Mourinho) per una caduta che finalmente non è sinonimo di sconfitta. Mostrando, a 64 anni, che se il tocco magico del guru vincente sta svanendo, certe doti atletiche gli sono rimaste: nel 1995, finale di Champions vinta con l’Ajax sul Milan, si esibì in un calcio volante alla Bruce Lee per denunciare una «gamba tesa» di Desailly. «Virale» pure quello, anche se i social non esistevano ancora.