Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 28 Domenica calendario

La Brignone vince, la Vonn casca e si fa male

E sono due. Due come vittorie. La prima, a Soelden e in gigante, aveva aperto la stagione sua e dell’Italia, facendo immaginare che Federica Brignone sarebbe stata una protagonista della Coppa del Mondo, con un pensiero nemmeno nascosto al trofeo di specialità. Poi si sa come sono andate le cose: altri podi, ma anche qualche passo falso di troppo. Risultato: una buona annata, ma senza la speranza di imitare la Denise Karbon mattatrice tra fine 2007 e inizio 2008. Però il successo nel superG di Soldeu, martoriato dal maltempo e caratterizzato anche dalla caduta di Lindsey Vonn che si infortuna di nuovo, è qui a testimoniare una maturazione della ragazza nata a Milano e trapiantata in Valle d’Aosta: la velocità non è un tabù per Federica e il superG sarà una disciplina da aggiungere al suo repertorio, in attesa di crescere anche nello slalom (sulle orme di mamma Ninna Quario). «È pazzesco, non riesco ancora a realizzare. Oggi non credo veramente ai miei occhi – le prime parole di Federica —. Sono felicissima. È vero che è stata una gara strana, ma eravamo almeno in una quindicina a partire davanti, io credo di avere sciato bene e di aver saputo sfruttare l’occasione: era quello che si doveva fare. Soelden rimane ancora la vittoria più bella, ma quella di oggi è particolare, ha un sapore nuovo. Ora mi aspetto di continuare a sciare così».  
È la vittoria numero 70 dello sci femminile azzurro in Coppa del Mondo, un risultato impreziosito da una sorta di «podio di riserva» alle spalle del trio Brignone-Cook-Hippler: Sofia Goggia, Elena Fanchini e Johanna Schnarf hanno infatti concluso quarta, quinta e sesta, mentre anche Elena Curtoni (decima) si è accomodata nell’élite.  
Ma questa è stata anche la giornata dell’ennesimo incidente della Vonn, che ha rischiato di concludere qui la stagione che dovrebbe portarla alla quinta Coppa assoluta (con la svizzera Gut ieri incapace di approfittare della situazione). L’americana al primo intertempo era in vantaggio sulla Brignone. Ma poco dopo, nel tentativo di rimediare a un errore, è scivolata ed è rimasta sdraiata sulla neve: il ginocchio sinistro ha ceduto. Microfrattura da stress, il verdetto dei medici: poteva andare meglio, ma poteva andare anche molto peggio.  Lo sci continua ad avere una cattiva memoria. Al Mondiale 2013 di Schladming alle atlete del superG fu inflitta un’attesa di tre ore e mezzo per le condizioni meteo sfavorevoli. Poi furono fatte partire e Lindsey andò incontro a un gravissimo infortunio alla gamba destra. Ci furono polemiche e si disse che quell’attesa snervante fu una delle concause della disavventura della fuoriclasse statunitense. La stessa Lindsey dichiarò di pensarla proprio in quel mondo. E da parte sua ci fu anche la voglia, poi rientrata, di chiedere i danni agli organizzatori. Il buon senso avrebbe suggerito il rinvio della prova: ma nel nome dello show si cominciò. Troppo tardi e con una visibilità precaria. Ieri a Soldeu, località di Andorra immersa in una nevicata, si sono ricreate situazioni analoghe. E pure stavolta, tre ore di attesa prima di abbassare la partenza e di stabilire che si doveva correre ugualmente. Forse è solo un caso che Lindsey Vonn, Wonder Woman delle nevi ma anche Lady Sfortuna, sia caduta di nuovo e si sia fatta male: l’errore è stato tecnico (troppo inclinata, una postura che ultimamente la caratterizza), ma può essere che non abbia visto bene la buchetta nella quale poco prima aveva perso la traiettoria. Riassunto: ci sono delle situazioni in cui è meglio mandare tutti a casa. Lo sci questo coraggio deve decidersi a trovarlo.