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 2016  febbraio 28 Domenica calendario

Morricone alla guerra dell’Oscar

L’America ha abbracciato Ennio Morricone regalandogli una stella, la numero 2.574 della Hollywood Walk of Fame. L’evento, svoltosi nell’ambito della manifestazione «Los Angeles, Italia», pilotata da Pascal Vicedomini e con il supporto della Hollywood Chamber of Commerce, ha chiamato a raccolta centinaia di fan non solo del nostro compositore, ma del binomio «musica & film», che sta registrando un successo da mesi capace di mandare in tilt i venditori dei cosiddetti soundtrack, ossia le colonne sonore delle pellicole. Quelle che nel suo libro Musicofilia, il neurologo Oliver Sacks ha definito «capaci di illuminare la mente umana, di animare la mente, l’anima e il corpo delle persone, di generare emozioni in tutti abbinate alle immagini e, spesso, di portare alla guarigione anche i malati».  Era visibilmente emozionato il nostro 87enne e prolifico compositore nel ricevere il riconoscimento, a fianco del regista Quentin Tarantino e del produttore Harvey Weinstein per il film The Hateful Eight, che in Usa non è stato né amato né scelto dal grosso pubblico, ma che pare dover finalmente consegnare a Morricone la statuetta sfuggita tante volte al nostro Maestro. 
Morricone è il grande favorito e lo applaude anche la rivista Rolling Stone, che ha scritto: «Tanti gli devono qualcosa, ha ispirato tutti, dai Metallica a Celine Dion, ha puntellato con le sue note film di Sergio Leone e Bernardo Bertolucci. Impossibile chiedersi quanti gli devono sempre e ancora dire grazie». Nel corso della cerimonia Morricone ha ripetuto: «Non lavoro per i premi, sono sempre e soltanto al servizio della musica. Comunque è una autentica gioia sentirmi oggi e qui, nella cosiddetta Mecca del cinema, amato e stimato da voi». 
L’Oscar gli è sempre sfuggito, con sei nomination all’attivo. Poco importa che, per correre ai ripari, l’Academy gli abbia poi consegnato nel 2007 un Oscar onorario. Stavolta dovrà vedersela con alcuni giganti delle composizioni musicali. In gara con lui, infatti, ci sono il super decorato John Williams, classe 1932, 5 Oscar, compositore in corsa per Star Wars: Il risveglio della Forza, considerato il più celebre autore del cinema. Le sue musiche (ad esempio, per Schindler’s List ed E.T.) sono studiate nei corsi universitari Usa.  
Un altro rivale è Thomas Newman (per Il Ponte delle spie ) amatissimo da tanti. A lui si devono le memorabili colonne sonore di American Beauty e di Era mio padre (dove anche Paul Newman suonava al pianoforte le sue note e divenne un suo grande amico). Alle spalle ha una intera famiglia di musicisti, da generazioni, ed è stato nominato tredici volte agli Oscar, ha vinto sei Grammy ma gli è sempre sfuggita la statuetta, anche quando sembrava che dovesse vincere, nel 2008, per Wall-E. 
Temibile avversario di Ennio è anche Carter Burwell (per Carol ), prediletto dai fratelli Coen. Newyorkese, classe 1954, tutti i ragazzi hanno amato la sua Twilight Overture e ancora oggi ascoltano su YouTube la sua Bella’s Lullaby. Ha appena terminato la colonna sonora di Ave Cesare! dei Coen e gli è stato dedicato un omaggio per la sua musica per il film d’animazione Anomalisa.  
Non bisogna dimenticare il grande lavoro di Jóhann Jóhannsson per Sicario. Ha dalla sua tanti musicofili per le sue composizioni definite «classiche e moderne». Si definisce «un minimalista», spesso fa uso magistrale di musica elettronica. Jóhann è islandese, è nato nel 1969, in Francia e in Gran Bretagna lo adorano e il regista di Sicario, Denis Villeneuve, lo aveva già scelto per il suo Prisoners. Anche molti registi teatrali lo chiamano spesso al loro fianco e la colonna sonora di La teoria del tutto, il film che ha regalato un Oscar a Eddie Redmayne, è ancora oggi una hit.  
Sarà una gara serratissima, dunque. Come quella per l’altra categoria musicale degli Oscar, dedicata alla canzone originale e che vede in gara per il film Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino la musica composta da David Lang.