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 2016  febbraio 28 Domenica calendario

Ornella Vanoni distruggerà il suo gioiello d’avorio (e non solo lei)

Avere avorio, ma perché? Anche Ornella Vanoni ha promesso che si disferà d’un vecchio gioiello, «è solo un ricordo». S’avvicinerà al nastro trasportatore, ce lo metterà sopra, lo guarderà finire nel trituratore. Senza rimpianti: Hemingway addio, perfino Juan Carlos ha dovuto chiedere scusa dei safari e ormai l’avorio è fuorimoda quanto l’orecchia del toro dopo la corrida o il leopardo scuoiato davanti al caminetto. Piccole cose di pessimo gusto e di cattiva coscienza ambientalista.  
«L’avorio è illegale come la droga», riassume Raffaele Manicone, dirigente del Corpo forestale: un capriccio vietato da fine anni ‘80, ma ancora soddisfatto. Zanne e statue, scacchi e tastiere. Tempo fa, in un negozio vicino a San Pietro, furono trovati 150mila euro d’eburnei crocifissi. In Abruzzo spuntò un galeone così pesante da richiedere quattro braccia per sollevarlo. A Malpensa, un cinese fu sorpreso con una valigia piena. Tutto quest’avorio, 4 tonnellate, è custodito da sempre nei magazzini dello Stato. Ma finiti i processi, la domanda s’è posta: che farne? Riutilizzarlo non si può. Rivenderlo, nemmeno. C’è qualche museo di scienze naturali. E poi c’è l’Ivory Crush: una cerimonia di simbolica e pubblica distruzione del malloppo, neanche fosse la droga dei narcos o un falò di leggi inutili stile Calderoli.  
Gl’Ivory Crush si sono fatti a Times Square, in Francia, in Congo. Per la prima volta se ne farà uno in Italia: il 31 marzo, al Circo Massimo. Quintali sequestrati a trafficanti, cacciatori, turisti. Polverizzati sotto i cingoli d’un bulldozer, davanti al ministro Galletti e a qualche celeb. «C’erano resistenze e non sappiamo ancora bene quanta roba sia», ammette Andrea Crosta, esperto di sicurezza che ha fondato con Giada Moratti e Francesco Rocca l’ong Elephant Action League (Eal) per investigare sui crimini ambientali: «L’importante però è che passi il messaggio. Distruggendo l’avorio, non si salvano solo un po’ d’elefanti: si risparmiano vite umane e molti soldi». 
Costo d’avorio. Gli elefanti sono gli animali più sfruttati della storia e gli organizzatori dicono che il Circo Massimo («avevamo chiesto il Colosseo, ma il bulldozer era problematico») non è scelto a caso: l’avorio lo commerciavano già i Romani, che nell’arena giocavano ad ammazzare i bestioni, e d’avorio sono vissuti per secoli gli schiavisti. Nell’800, c’erano 27 milioni d’elefanti: oggi sono 350mila. Quasi estinti in Sierra Leone e in Senegal, dimezzati negli ultimi tre anni fra la Tanzania e il Mozambico. Se ne ammazzano quattro a ll’ora e il dr amma non è solo ambientale.  
Avete presente l’effetto farfalla e il battito d’ali che può provocare un uragano? L’effetto elefante gli somiglia: ogni volta che in Africa ne cade a terra uno, ci sono gruppi armati che vendono l’oro bianco per uccidere innocenti, far scappare i turisti, rallentare le economie, scatenare le guerre... Dal 2007, il commercio è raddoppiato. Un kg vale tremila dollari. E l’insaziabile fame d’avorio dei cinesi – che hanno via via preso il posto degli europei, degli americani e dei giapponesi – è una garanzia per i Janjaweed sudanesi, i miliziani Lra ugandesi, i guerriglieri congolesi, centrafricani, ciadiani. I container fantasma partono da Mombasa e da Dar es Salaam, molte polizie locali vedono e tacciono. Anche le navi militari anti-pirateria del contingente internazionale, s’è scoperto, partecipano al business: solo in Cina circolano mille tonnellate d’avorio illegale e col bracconaggio degli elefanti si finanziano gli Shabaab somali, a metà fra Al Qaeda e l’Isis. «È una piaga internazionale», disse una volta Obama. S’aspetta che Pechino bandisca ogni importazione, dice Crosta, «però c’è ancora chi scommette su questo mercato: ecco perché, distruggere le scorte d’avorio, significa farne una merce invendibile in tutto il mondo».  
Al Circo Massimo, saranno invitati anche il Vaticano e molti ambasciatori. Presenze-show: regalare oggetti d’avorio, quando s’è ricevuti dal Papa, è abitudine inveterata di molti capi di Stato. E non c’è diocesi filippina che non decori d’avorio gli altari. E quanti presidenti africani vengono da clan che han fatto i soldi proprio con l’avorio? Gli elefanti hanno la memoria lunga: gli uomini, molto meno.