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 2016  febbraio 28 Domenica calendario

Le venti telefonate di Giulio Regeni prima di sparire

Del tutto sordi e indifferenti alle parole degli investigatori italiani, che attribuiscono con sempre maggior convinzione la morte di Giulio Regeni all’opera spietata di un gruppo di «aguzzini» e di «professionisti della tortura», anche ieri dal Cairo i loro colleghi egiziani hanno continuato a spargere veline. 
Le nuove verità vengono affidate ora a una «fonte della sicurezza» citata dal quotidiano Akhbar Al Youm : «Prima della sua scomparsa la sera del 25 gennaio in via Sudan – secondo la fonte anonima – Giulio Regeni effettuò 20 chiamate in due giorni». E sarebbe stato proprio il rapporto della compagnia telefonica, appena consegnato agli inquirenti egiziani, a fornire «prove chiare» per scoprire i responsabili dell’omicidio del giovane ricercatore, ritrovato morto il 3 febbraio scorso. In questo elenco di 20 chiamate, suggerisce l’anonimo «ben informato», ci sarebbero delle nuove «persone sospette» e si starebbe in questo modo procedendo a grandi passi verso la verità. 
Gl’interrogatori di queste persone, tra cui alcuni conoscenti del ragazzo ucciso, sarebbero stati quasi ultimati e gli agenti egiziani, per questo, avrebbero chiesto ai colleghi italiani di controllare anche gli amici di Giulio nel nostro Paese, poiché «alcune delle ultime telefonate da lui effettuate potrebbero essere la chiave per risolvere il caso». Non solo. Il cellulare dello studioso di Fiumicello – secondo gli egiziani – sarebbe stato spento mezz’ora prima del rapimento e, lo ricordiamo, l’ultima chiamata risale alle 19.20 (durò 20 minuti) del 25 gennaio scorso. Prima, però, Regeni avrebbe mandato alcuni sms e telefonato ad altre persone. Ed è in questo ambito che al Cairo s’indaga, dimenticando però la pista dei «torturatori», di sicuro assenti dall’agenda dei contatti di Giulio eppure molto determinati ad avere da lui informazioni sui sindacati indipendenti – materia dei suoi studi – tanto invisi al regime.  
Gli investigatori italiani, stanchi di rivelazioni strampalate, osservano i fatti. Già domani, sulla scrivania del pm Sergio Colaiocco, potrebbero arrivare i risultati definitivi dell’autopsia, compresi gli esami tossicologici, oltre alle carte dell’inchiesta egiziana. La procura di Giza ieri ha convocato un funzionario della metropolitana ordinandogli di consegnare le immagini delle videocamere della stazione di Dokki, dove fu captato l’ultimo segnale del telefonino di Giulio. Ma intanto, da noi, i partiti litigano: «L’Egitto ci ha riempito di bugie con buona pace del governo italiano che si sta facendo prendere in giro», attacca Daniela Santanchè di Forza Italia. Replica Andrea Cozzolino, europarlamentare del Pd: «Accusare il governo italiano di scarsa efficienza è ingiusto oltre che inutile, visto che sono ore delicatissime per arrivare alla verità».