Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 27 Sabato calendario

Armani chiude in Svizzera

Armani lascia la Svizzera e manda a casa un centinaio di dipendenti della Swiss Branch di Mendrisio nel Canton Ticino, addetti alla logistica e ai servizi doganali, ma anche al recupero crediti. Potranno restare a patto che accettino di trasferirsi a Milano con lo stipendio tagliato a un terzo. La decisione di chiudere gli uffici di Mendrisio, dopo 20 anni di servizio, era nell’aria da un po’ di tempo. Ieri la conferma, arrivata da Giorgio Fonio della Ocst, l’Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese, intervenuta – spiega – dopo le proteste spontanee dei lavoratori. «A Mendrisio erano in 130 e negli anni sono scesi a 100. Per due terzi sono frontalieri – ha aggiunto il sindacalista – e sono disponibili a trasferirsi a Milano, mentre i cittadini svizzeri si trovano nelle condizioni di non poter accettare l’offerta».
A Mendrisio dovrebbero rimanere meno di 10 persone, per la logistica e la gestione dei clienti. Complessivamentre sono una sessantina i lavoratori che hanno accettato di trasferirsi a Milano, mentre 40 verranno licenziati.
Il punto è che Armani offre gli stessi posti a Milano, ma a condizioni italiane, ossia con uno stipendio ridotto da 4.000 a 1.500 euro, una cifra con la quale «in Svizzera non si riesce a vivere», commenta Fonio. La Ocst ha ottenuto «l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo e di un tavolo negoziale» in vista di un Piano Sociale, che preveda una indennità sia a favore dei lavoratori licenziati sia di quelli che si trasferiranno in Italia tra aprile e maggio. «Le nostre posizioni sono ancora distanti – ha concluso Fonio con l’Ansa – e ci aspettiamo da Armani una sensibilità sociale» in vista del prossimo incontro fissato per l’11 marzo.
Dietro la decisione del trasferimento nel capoluogo lombardo il non facile rapporto con il franco e la prospettata Riforma 3 delle imprese, con tanto di modifica della tassazione. Ma anche il contesto internazionale, con la difficoltà del mercato cinese e russo, impongono un taglio dei costi perfino alle floride aziende della moda.