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 2016  febbraio 27 Sabato calendario

In Germania sono spariti 143 mila migranti

Dall’inizio dell’anno sono arrivati in Italia e in Grecia oltre 120mila migranti in cerca d’asilo e, a tutto mercoledì, solo ad Atene ne hanno conteggiati 111mila. Un quinto di loro, circa 25mila, sono in queste ore ammassati proprio sul territorio ellenico. I numeri dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) da soli rendono bene la dimensione della crisi dei rifugiati, drammatici perché alla fine i conti non tornano. Il ministero degli Interni tedesco ha ammesso che in Germania mancano all’appello 143mila profughi giunti nel 2015. Sono chissà dove in Europa, o rimasti nel Paese ma in clandestinità. Chiaro che il fenomeno sfugge sempre più al controllo dei governi e la crisi si fa sempre più politica.
Le conversioni di massa
E proprio in Germania si sta registrando un boom di conversioni al Cristianesimo tra i migranti. Nelle piscine comunali di Amburgo vengono battezzati in gruppi che arrivano a 70 persone alla volta. A rivelarlo è la tv pubblica ARD, secondo cui: «il passaggio alla nuova fede può influenzare positivamente la procedura d’asilo».
Sul fronte ellenico intanto sale la tensione tra Atene e Vienna. Dopo aver richiamato l’ambasciatore, il governo Tsipras ha respinto la richiesta della ministra degli Interni austriaca di visitare un campo rifugiati in Grecia la prossima settimana. In pratica ha sbattuto la porta in faccia a un partner europeo, ripagando con la stessa moneta gli austriaci che hanno deciso di chiudere le frontiere, intenzionati – a quanto sembra – a fermare in Grecia l’arrivo dei richiedenti asilo d’intesa soprattutto con i Paesi dei Balcani occidentali.
Tusk nei Balcani
Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, percorrerà la rotta balcanica al contrario la prossima settimana. Austria e Slovenia martedì, Croazia e Macedonia mercoledì, Grecia giovedì: una marcia serrata per ricostruire un tessuto politico ormai sfibrato in vista del vertice Ue-Turchia del 7 marzo. In mezzo, l’incontro col segretario generale della Nato, impegnata in attività di controllo nel mar Egeo. L’obiettivo è fare passi avanti nella risposta comune alla crisi che finora è mancata.
Da qui al 7 marzo il commissario europeo per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, vuole «progressi visibili», soprattutto sulla redistribuzione dei migranti in seno all’Ue. Anche se l’esecutivo comunitario continua a ritenere la risposta europea alla crisi come «la sola possibile», la portavoce di Avramopoulos ha ripetuto che Bruxelles lavora ai piani d’emergenza anche per l’Italia, se si dovesse aprire una rotta adriatica. Prima di tutto c’è la Grecia. Qui si raccoglie il grosso dei migranti in arrivo e le autorità nazionali si attendono tra i due e i tremila arrivi al giorno. E siamo solo a febbraio.