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 2016  febbraio 27 Sabato calendario

A Roma disgelo tra Renzi e Juncker • Arrestato a Mestre un reclutatore dell’Isis • Giulio Regeni è stato ucciso da «professionisti della tortura» • Gloria Rosboch fu spogliata per paura delle tracce sui vestiti • Il nuovo presidente della Fifa è Gianni Infantino • I furbetti di Airbnb

 

Juncker Ieri a Roma l’incontro tra Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker. Alle tre del pomeriggio si presentano davanti alla stampa offrendo una sintonia sconosciuta in passato. Juncker dice che l’Italia è una grande Paese, che raramente ha ricevuto un documento «con tanto coraggio» da parte di uno Stato membro, come quello presentato da Padoan. E il capo del governo riconosce la leadership europea dell’ex premier lussemburghese, lo rassicura, e pubblicamente, anche a beneficio dei mercati, sul debito pubblico: «Lo ridurremo ma non perché ce lo dice l’Europa ma perché lo dobbiamo ai nostri figli». Ovviamente restano sul tappeto rivendicazioni, tracce dei dissapori. Juncker difende la caratura della Commissione: «Non burocrati, ma politici, anche ex premier, di alto livello, e che non è certo a favore di una sciocca austerity». Mentre Renzi rivendica la posizione sulla flessibilità chiesta: Hic manebimus optime, anche se per un attimo incespica sulla pronuncia dell’avverbio latino, aggiungendo una esse (Galluzzo, Cds).

Isis Un altro pezzo della rete di reclutamento di jihadisti, intessuta nel Nord-Est italiano dall’imam Bilal Bosnic, è venuto a galla. In un appartamento di Mestre i carabinieri del Ros hanno fermato Ajahn Veapi, macedone di 38 anni che viveva ad Azzano Decimo, considerato il braccio destro del predicatore itinerante bosniaco. Stava scappando dall’Italia per raggiungere la Serbia e da lì, poi, andare in Germania. Non è chiaro con chi dovesse incontrarsi, ma le intercettazioni raccolte negli ultimi mesi sono state sufficienti per formulare nei suoi confronti l’accusa di «arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale». Ajahn Veapi, di quella rete, è il terzo pezzo finora scoperto. Ci sono almeno altri tre indagati su cui gli investigatori, però, mantengono il massimo riserbo. Veapi era stato scelto da Bosnic come referente per la zona del Veneto e del Friuli. «Uno dei reclutatori più attivi dell’Is», lo definisce il procuratore aggiunto di Venezia Adelchi d’Ippolito. Ha anche un profilo Facebook, fermo al 25 febbraio 2011, nel quale ha postato una foto in cui è ritratto con la barba lunga e una maglia con la scritta “I love my prophet”. Avvicinava aspiranti mujaheddin, li selezionava e poi li metteva in contatto con Bosnic, che aveva il compito di radicalizzarli. Sono stati loro ad aver convinto l’imbianchino bosniaco Ismar Mesinovic a lasciare Ponte alle Alpi alla fine del 2013 e partire per la Siria con il figlioletto Ismail, che allora aveva appena tre anni. Mesinovic è morto ad Aleppo un mese dopo, del bambino non si hanno più tracce certe. Le ultime lo volevano ad Aleppo accudito da una famiglia bosniaca (Tonacci, Rep).

Regeni Giulio Regeni, dicono dai nostri uffici giudiziari, è stato ucciso «da professionisti della tortura». È stato rapito per essere interrogato, e per avere risposte si è utilizzato un sistema complesso di alternanza dolore-sollievo che solo qualcuno addestrato può essere in grado di dosare. Intanto si continua a interrogare la memoria del computer di Giulio alla ricerca di informazioni sull’identità e il profilo di chi ha contribuito a fornirgli informazioni per le sue ricerche. Regeni si era specializzato nei movimenti sindacali indipendenti. La Procura ha ascoltato anche docenti e studenti dell’Università di Cambridge: il lavoro di Regeni, confermano tutti, non è mai uscito dai confini universitari (Sacchettoni, Cds).

Rosboch S’è finalmente capito perché gli assassini di Gloria Rosboch hanno tolto al cadavere i pantaloni e la giacca. Gabriele Defilippi aveva appreso da giornali e tv che Massimo Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio, era stato tradito, oltre dal Dna, anche dai frammenti di tessuto dei leggins di Yara rimasti impigliati nei sedili del Ducato. Così le hanno tolto i vestiti entrati in contatto con l’auto (Numa e Previati, Sta).

Infantino L’avvocato svizzero Gianni Infantino è il nuovo presidente della Fifa, l’organizzazione che governa il calcio mondiale. Infantino, 45 anni, segretario generale della Uefa in carica, è stato eletto al secondo turno, ottenendo 115 voti dai delegati che rappresentano le 207 federazioni calcistiche della Fifa. Il suo rivale principale, lo sceicco Al Khalifa, era dato per favorito ma ha ricevuto solo 88 voti. Ilprincipe Ali bin al-Hussein e Jerome Champagne hanno ricevuto rispettivamente 4 e 0 voti. Per essere eletti al secondo turno bisognava ottenerealmeno 104 voti. Nato a Briga, in Svizzera, nel 1970, parla inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza si è occupato di diritto sportivo. In uno dei suoi primi incarichi importanti, è stato segretario del Centro Internazionale Studi Sportivi all’Università di Neuchâtel, in Svizzera. Dal 2000 lavora per la Uefa, dove fu assunto come direttore della divisione Affari Legali e Licenze per club.

Airbnb 1 Sempre più persone (190 mila nel 2015) offrono una camera o una casa in affitto tramite Airbnb, ma quelli alla luce del sole sono molti meno. A fine 2014 l’Istat censiva 117mila strutture tra B&B, affittacamere e agriturismi. Ma le offerte sul sito erano 170 mila. Resta da capire se le decine di migliaia di affittacamere fantasma, oltre a sfuggire al censimento, paghino o meno le tasse. Il sospetto è per lo meno legittimo. «È una certezza», dice Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi. Secondo una stima dell’associazione le presenze riferite all’anno 2014 in alloggi privati non registrati in Italia sono state 73,8 milioni. «Parliamo di introiti per 2,4 miliardi di euro e di un’evasione fiscale superiore ai 110 milioni. A cui vanno aggiunti 57 milioni di tasse di soggiorno non versate». Airbnb traccia ogni pagamento rilasciando ricevuta regolare che ogni utente host deve poi riportare nella propria dichiarazione dei redditi. «Ma smascherare gli evasori è molto difficile», ammette Alberto Reda, generale della Guardia di Finanza a Venezia. Che rivela una vicenda inedita: «Nell’inverno 2015 siamo stati nella sede italiana di Airbnb. È stata una visita conoscitiva. Abbiamo chiesto gli elenchi dei locatori, ma non ce li hanno forniti spiegando che i dati erano custoditi sui server all’estero». La tracciabilità dei pagamenti elettronici non è quindi di grande aiuto nella caccia agli evasori (Martini, Sta).

Airbnb 2 Gli «host» italiani di Airbnb hanno in media 42 anni. Quasi sei su dieci sono donne (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)