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 2016  febbraio 27 Sabato calendario

Le lunghe code ai seggi iraniani

Per cinque volte la chiusura dei seggi elettorali è stata rinviata, ieri in Iran, dove 55 milioni di cittadini sono chiamati a rinnovare il parlamento e la potente Assemblea degli Esperti, cui spetterà di scegliere la prossima Guida suprema. Fin dalle 8 del mattino, i timori di astensionismo sono stati cancellati dalle lunghe file che si sono formate davanti alle sezioni elettorali che avrebbero chiudere alle 18 e, di proroga in proroga, sono rimasti aperti quasi fino a mezzanotte, per esaurire le code. In nome della libertà di scegliere il seggio dove votare, a Teheran migliaia di persone hanno affollato i luoghi dove sapevano di poter incontrare i grandi protagonisti della scena politica nazionale. Come la casa museo del fondatore della rivoluzione, l’Imam Khomeini, a Jamaran, quartiere molto religioso nella zona settentrionale della capitale. È stata una sfilata di personaggi, aperta dall’ex presidente Hashemi Rafsanjani, indignato per la decimazione delle liste dei riformisti, per decisione del Consiglio dei Guardiani: «Una vera e propria ingiustizia», ha detto
La mobilitazione degli elettori ha soddisfatto l’Ayatollah Khamenei, ma ancor di più il presidente, Hassan Rouhani, perché autorizza a pensare che siano i suoi sostenitori a voler contrastare in questo modo l’intervento del Consiglio dei Guardiani che, giudice assoluto della legittimità delle candidature, ha cassato il 90% della lista de «La Speranza», lasciando soltanto 30 riformisti in corsa per i 290 posti in parlamento.
Eludendo la censura imposta a giornali e tv, dove l’ex presidente Mohammed Khatami, primo riformatore dell’era rivoluzionaria, non può comparire nemmeno in fotografia, il messaggio è passato attraverso i social network: i riformisti possono ancora giocare un ruolo nel prossimo parlamento, almeno come minoranza qualificata, o rafforzarsi alleandosi agli indipendenti. Per chi non vuole un consesso dominato dai conservatori, l’unica alternativa valida sembrava dunque riposta nella formazione dei moderati. Molto più prevedibile l’esito per l’Assemblea degli Esperti, saldamente controllata dall’ala conservatrice. Nella scelta incide molto anche la situazione economica del Paese: gli iraniani arrivano da decenni di sacrifici economici. La fine delle sanzioni, sancita dalla comunità internazionale dopo il raggiungimento dell’accordo sul programma nucleare, ha convinto larghe parte di popolazione che sia giunta l’ora di cambiare.