Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

Sochi, i giochi più cari di sempre

Sfarzose, ma senza sprechi. Di successo, ma realizzate con un budget tutto sommato sobrio. La propaganda del Cremlino ha ricamato parecchio attorno alle Olimpiadi di Vladimir Putin, cioè i Giochi invernali che si sono tenuti a Sochi nel 2014, un evento sfruttato per migliorare la reputazione internazionale del grande capo in un momento non certo facile per la Russia.
L’appuntamento coi cinque cerchi torna però al centro del dibattito russo proprio per i suoi costi.
E questa volta non per bocca degli oppositori dello zar, sempre pronti a mettere in risalto ipotetici conflitti di interesse o fantomatici casi di corruzione ai vertici delle istituzioni russe, ma a puntare il dito contro le Olimpiadi invernali è stato Mikhail Zadornov, presidente di Vtb24, una delle principali banche della Federazione. In un’intervista al canale televisivo Dozhd, il banchiere ha sottolineato che «non è un segreto che i Giochi olimpici di Sochi non sono costati tanto quanto i funzionari statali dicono, cioè 230 miliardi di rubli (circa 2,6 miliardi di euro). Sono costati circa 1,5 trilioni di rubli (9,5 miliardi di euro)». Zadornov ha parlato di un finanziamento «quasi fiscale» per le costruzioni annesse alle Olimpiadi e che le risorse necessarie non sono state allocate sul bilancio federale, ma attraverso la Vnesheconombank, la banca di sviluppo statale guidata da Vladimir Dmitriev. Le parole di uno dei big dell’economia russa non hanno fatto certo piacere al Cremlino, e Dmitry Peskov, il portavoce di Putin, ha detto alla Tass che «è molto importante differenziare i costi tra le Olimpiadi e le infrastrutture costruite nella regione. Spero che non si ripeta l’errore di Zadornov, mettendo tutti i costi nello stesso paniere. Le Olimpiadi sono state l’occasione ideale per investire considerevolmente in progetti infrastrutturali che stanno dando i loro frutti e sono la base di un settore turistico ormai in piena espansione nella regione di Krasnodar». Anche se, dicono i più critici, le autostrade e le linee ferroviarie realizzate per i Giochi sono oggi davvero scarsamente utilizzate. Sulla stessa linea di Peskov anche il ministro dello sport Vitaly Mutko. «Zadornov tiene conto anche degli investimenti privati. Prendiamo Krasnaya Polyana, qui il pubblico ha realizzato l’impianto per il biathlon e le gare di sci, ma poi Gazprom ha costruito un albergo e nuovi impianti di risalita; oppure l’aeroporto di Sochi, anche questo si tratta di un investimento privato che non riguarda solo le Olimpiadi». In poche parole per le autorità russe non si possono conteggiare questi investimenti nel budget olimpico.
In passato, la Fondazione anticorruzione di Alexey Navalny, uno dei principali oppositori di Putin, aveva lanciato diverse accuse sui costi delle Olimpiadi di Sochi, lievitati rispetto ai progetti iniziali.