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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

Due anni di Franceschini

Sono appena trascorsi i primi due anni di Dario Franceschini al Mibact: nelle #ventiquattro slide di Renzi, la cenerentola dei ministeri (pesa lo 0,2%) compare solo una volta, per sbandierare l’aumento dei visitatori dei musei, da 38,4 milioni del 2013 a 42,9 del 2015. Un risultato piuttosto scontato, visto che il trend è in crescita da anni e non è direttamente legato alla “buona politica”: nel 2011, infatti, anno del secondo miglior risultato di sempre, si sono alternati ben 3 ministri e ancora non esisteva la #DomenicaAlMuseo, l’ingresso gratuito una volta al mese, che ha incrementato, e di molto, i biglietti. Nel 2014, su 40,7 milioni di visitatori, i paganti sono stati 18,9, i non paganti 21,3.
MUSEI
I 20 direttori dei principali musei sono stati nominati su selezione pubblica ed entrati in servizio la scorsa estate. Oltre ai 7 dirigenti stranieri, hanno suscitato polemiche le nomine del “manager” Mauro Felicori alla Reggia di Caserta e di Paolo Giulierini all’Archeologico di Napoli, dopo la più modesta esperienza all’Etrusco di Cortona (Ar). Altra notizia è che il governo del selfie ha sdoganato le foto libere nei musei.
SOPRINTENDENZE Causa spending review, è stato annunciato l’accorpamento, in un’unica Soprintendenza, di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, imponendo pure ai soprintendenti il “bavaglio”, cioè di “astenersi da dichiarazioni (alla stampa) lesive dell’immagine e del prestigio” del Mibact. Alcuni Accademici dei Lincei, preoccupati del declassamento dell’archeologia, hanno chiesto di sospendere la riforma. “Questo mostro – ha scritto Antonio Paolucci – sarà governato da un dirigente architetto. Il risultato sarà una autorità unica, più facilmente controllabile dal potere politico. L’avesse fatto Berlusconi avremmo visto le piazze invase dai girotondi”.
 
POMPEI
Il Grande Progetto Pompei è nato nel 2012 e foraggiato da oltre 100 milioni di fondi Ue: le opere di intervento si sarebbero dovute concludere nel 2015, ma così non è stato, i finanziamenti sono a rischio. Il dg Giovanni Nistri si è dimesso a dicembre, lasciando il posto a Luigi Curatoli: al tempo c’erano ancora 26 cantieri in corso, 5 opere in attesa di cantiere e 2 in fase di gara. L’ultimo crollo un mese fa.
 
ARTBONUS
Dal 2014, il credito d’imposta alle “donazioni liberali” per musei, siti archeologici, biblioteche, archivi, teatri e fondazioni liriche è del 65%, detraibile in 3 anni. Per i più critici questo Art Bonus equipara pericolosamente pubblico e privato; per altri è troppo blando e farraginoso: Confcultura lamenta che per ottenere uno sconto di 50 mila euro occorre avere ricavi per 10 milioni. A parte eccezioni munifiche (7 milioni di Unicredit per l’Arena di Verona o 600 mila euro di Ferragamo per gli Uffizi), nel primo anno le donazioni sono state scarse: in media 1.600 euro dai singoli cittadini, 167 mila dalle imprese e 132 mila dagli enti. Nel 2015 sono stati raccolti circa 60 milioni di euro, di cui il 57% è andato alla lirica.
 
LIRICA
La riforma “Valore Cultura” è stata fatta da Bray nel 2013 per risanare le Fondazioni lirico sinfoniche. Solo 8 su 14 (Opera di Roma, San Carlo di Napoli, Maggio fiorentino, Massimo di Palermo, Comunale di Bologna, Lirico di Trieste, Carlo Felice di Genova, Petruzzelli di Bari) hanno aderito al piano di rientro, e altre sono messe ancora peggio: a Verona, ad esempio, i sindacati di artisti e maestranze paventano il fallimento dell’Arena. Franceschini ha prorogato i termini di rientro di 2 anni, fino al 2018, incrementando il fondo-prestiti.
 
TEATRO
Non se la passa meglio la prosa, i cui contributi sono scesi, tra il 2014 e il 2015, da oltre 64 milioni a 63 e i progetti foraggiati da 357 a 303, nonostante il Fus complessivo fosse più ricco. Qui la riforma ha scontentato tutti, o quasi: c’è chi ha denunciato il “doping dei progetti” e chi ha fatto ricorso al Tar (oltre 70). Tra i pochi “fortunati” c’è Firenze che, con un coup de théâtre, si è aggiudicata uno dei 7 Teatri Nazionali. Il mal di pancia dei teatranti ha portato il dg Onofrio Cutaia a cambiare di qualche virgola la legge dopo nemmeno un anno, ma soprattutto ha paralizzato il sistema: il Mibact è in ritardo di due mesi col bando per i preventivi. Se tutto va bene, gli anticipi ai teatri per il 2016 arriveranno a ottobre: e li chiamano anticipi.
 
CINEMA
Altro coup de théâtre, per ora solo sulla carta, è stato l’annuncio in pompa magna, a gennaio, del ddl sul cinema, invitando a colazione i registi Premi Oscar. In cantiere c’è l’istituzione di un Fondo Unico, che accorperà Fus e Tax Credit e che non scenderà sotto i 400 milioni di euro, a fronte dei circa 250 attuali. Tutto “Very bello” ma ipotetico: l’iter parlamentare è lungo. Quel che è certo, invece, è che il Fus Cinema è sceso dal 2014 al 2015 del 6%, da 82 milioni a 77, e nel 2016 a preventivo ci sono solo 65 milioni.
 
BILANCIO
L’ultima legge di Stabilità, si è detto, “dà più soldi alla cultura”: vero, ma in parte. Il bilancio di previsione del Mibact nel 2016 arriva a 2 miliardi di euro, contro 1,56 del 2015 e 1,59 del 2014. Franceschini si è subito vantato delle maggiori risorse, ma già dall’anno prossimo il bilancio scende a 1,75 e nel 2018 a 1,65. La voce “Organizzazione e personale” è tra le più costose (oltre 300 milioni) ed è cresciuta tra il 2013 e il 2014, mentre, ad esempio, la “Valorizzazione” si dimezzava, da 22 a 11 milioni. Federculture stigmatizza “l’entità esigua delle risorse per la cultura”: 0,13% del Pil e 0,19% del bilancio.
 
BONUS 18ENNI
È una delle voci più dispendiose del bilancio 2016: 290 milioni di euro (14,5% del totale), che pesano tanto quanto la Tutela del patrimonio culturale e molto di più della Tutela di musei e archivi. Queste soldi andranno ai soli cittadini italiani (cioè votanti), ma non ai 30 mila neomaggiorenni stranieri e, a oggi, non sono stati messi a bilancio per il 2017 e 2018. Intanto, alla Formazione si continua a dare un’elemosina del 4,2% del Pil contro il 5,3% della media Ue. Anche per incentivare la fruizione culturale, tra le più basse in Europa, si fa poco o nulla. Non bastano la #DomenicaAlMuseo o la Giornata del teatro gratuita: il 70% degli italiani continua a non andare al museo né a teatro e quasi il 20% non “consuma” nulla.
 
TURISMO
Nel 2014 il Mibact investiva 33 milioni di euro, scesi a poco meno di 30 nel 2015, ma quest’anno dovrebbero risalire a 41, di cui 12,5 all’Enit. Della presidentessa Evelina Christillin si è parlato sul Fatto Quotidiano nell’inchiesta sulle “poltrone renziane”, mentre gli altri due membri del Cda, Fabio Maria Lazzerini e Antonio Nicola Preiti, sono stati appena segnalati dal Movimento 5 Stelle perché in odore di conflitto di interessi. Anche per il turismo sono state predisposte forme risibili di tax credit: fino a 12.500 euro per comunicazione e marketing e fino al 30 per cento per digitalizzazione e abbattimento delle barriere architettoniche.