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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

Ultime sul caso Rosbosh

Tre ore di interrogatorio, condotto personalmente dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando per E.R., 45 anni, una cameriera di Castellamonte adesso indagata per concorso in truffa ai danni di Gloria Rosboch. Ha confessato: è lei la donna che, il 24 ottobre 2014, telefonò a Gloria, spacciandosi per la direttrice dell’agenzia San Paolo di San Giusto Canavese, rassicurandola sul deposito dei suoi risparmi in quella banca, appena consegnati a Gabriele Defilippi. «Ho fatto un errore, non mi sono resa conto che si trattava di una truffa, lui è venuto nel mio esercizio e mi ha chiesto di fargli un piacere, mi sembrava quasi uno scherzo». E.F. non ci ha più nemmeno pensato, dopo. Ma quando ha letto sui giornali della scomparsa della professoressa, ha iniziato a preoccuparsi. Si è resa conto del pericolo di essere coinvolta e ha preferito tacere. I carabinieri del nucleo investigativo di Torino l’hanno scoperta incrociando dati contenuti nei tabulati di Gabriele. Lo stesso giorno della truffa è comparso il numero del cellulare della donna, con cui evidentemente si era messo in contatto, prima di chiederle di contribuire ad ingannare la povera professoressa. «Sono sposata e ho paura di essere coinvolta in questa storia orribile, per questo non mi sono rivolta ai carabinieri, ora sono più serena».

Si cercano i soldi
Ma che fine hanno fato i soldi di Gloria Rosboch? Forse bruciati tutti o in parte nei casinò di Saint Vincent e Montecarlo. Lo raccontano in modo chiaro tre persone: il complice Roberto Obert, un coetaneo e un giocatore di professione, Giancarlo L., un frequentatore abituale della casa da gioco valdostana, un manager torinese cinquantenne, intervistato anche da Canale5. E ora entra nei dettagli: «Ho visto per la prima volta Gabriele nella tarda primavera del 2015 nelle sale vip del Casino. Attirava l’attenzione, vestito in modo perfetto, i capelli raccolti in un codino, una piccola borsa di Louis Vitton a tracolla. Con lui un uomo dai capelli bianchi, che se ne stava sempre un passo indietro. È raro vedere ai tavoli della roulette persone così giovani. Mi fermai ad osservarlo, giocava su più tavoli somme molto consistenti». Quanto? «Migliaia di euro. Sempre la stessa stringa di numeri: 8,11, 23,30. Ci siamo incrociati una decina di volte. L’ho visto vincere una sola volta, circa 15 mila euro».
Elegante ed educato
Calmo e determinato, senza dare mai confidenza ai giocatori più esperti: «Quando perdeva ostentava un atteggiamento elegante ed educato, quando vinceva idem, composto e attento». Gabriele Zelig nella veste del giocatore compulsivo. Il suo avvocato, Pierfranco Bertolino, definisce la passione per il gioco un altro sintomo di una evidente patologia mentale: «Lo psichiatra Enzo Villari ha accettato l’incarico, a lui il compito di esaminarlo». A dicembre l’ultima comparsa ai tavoli verdi poi è sparito nel nulla. Possibile che abbia sperperato 187 mila euro in pochi mesi? «Certo, se uno va avanti con quel ritmo si fa in fretta. Addosso aveva vestiti, scarpe ed accessori per migliaia di euro. L’ho riconosciuto dalla foto sui giornali. La fine di Gloria Rosboch mi ha commosso profondamente. Ecco perché giocava con tanta nonchalance, quei soldi non erano suoi».