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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

Raffaella Carrà per gli over 60, Max Pezzali per gli over 30, Dolcenera per gli over 20 e Emis Killa per i ragazzini. Il marketing primordiale di The Voice

«The Voice of Italy» è la modernità che avanza in Viale Mazzini. Avanzare non nel senso di procedere, ma in quello più risparmioso di restare, rimanere (mi sono avanzati quattro cantanti…).«The Voice of Italy» è un talent che fonda la sua struttura su di un marketing primordiale: Raffaella Carrà per gli over 60, Max Pezzali per gli over 30, Dolcenera per gli over 20 e Emis Killa per i ragazzini. Poi, certo, il meccanismo rimane più o meno lo stesso degli anni passati: si parte con le Blind Audition (va bene, stiamo al gioco), per poi passare alla scrematura dei talenti attraverso un duetto su una singola canzone, infine la fase dei Knock Out e i quattro live per la proclamazione del vincitore. 
Le puntate previste sono 14 (Raidue, mercoledì, 21.18). Siamo all’inizio e poco si può dire sui concorrenti. Qualche osservazione invece sulla giuria, il vero motore dello show. È lei che fa spettacolo, nonostante la pochezza e la ripetitività delle formule con cui i membri tentano di accaparrarsi i cantanti. Raffa è sempre più lisciardosa, un esempio di tenacia e determinazione quasi robotica. E chi la ferma quella? Max Pezzali è il più simpatico, pacato, sempre sorridente, deve solo difendersi dall’invadenza di Dolcenera. Alla quale consiglierei di darsi una calmata, per non apparire da subito insopportabile. Quanto ai rapper, ho capito una cosa. Non solo, sulla scorta di Harold Bloom, premono per imporre un Canone Occidentale della Musica, ma la loro competenza si misura sulla pelle, dalla quantità e qualità dei tatuaggi. 
La formula per scegliere il cantante è «I Want You» e forse bisognerebbe spiegare ai ragazzi che la frase è di origine bellica. Era la chiamata alla armi («I Want You for U.S. Army») con cui lo zio Sam (la personificazione degli Stati Uniti d’America) invitava i giovani ad arruolarsi per combattere i tedeschi nella Prima Guerra Mondiale. Per fortuna, al posto dello zio, è arrivato Gigi D’Alessio.