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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

La Gran Bretagna e l’importanza della Svizzera

Ritengo la Svizzera un Paese importante per il ruolo economico-finanziario che occupa nella complessa struttura europea, e comunque mi sembra che non goda di particolari diritti. Nonostante ciò, ha scelto di non far parte della Ue. Il vertice di Bruxelles ha sancito per il momento particolari condizioni di adesione della Gran Bretagna, pur di non perderla come Paese aderente all’Unione. È giusto? E se talune condizioni – concesse alla Gran Bretagna – venissero richieste e concesse anche ad altri Paesi membri, che cosa succederebbe? Pur di non perderli si riconoscerebbero ulteriori diritti ed eccezioni. Ma che Unione è questa? Con figli e figliastri?
Rino Impronta

Caro Impronta,
L a questione che accomuna Svizzera e Gran Bretagna nelle loro relazioni con l’Unione Europea è quella della libera circolazione delle persone. Ma esistono alcune importanti differenze. La Gran Bretagna, almeno per momento, è membro della Ue; mentre i rapporti della Svizzera con Bruxelles sono regolati soltanto da un pacchetto di accordi bilaterali. Il negoziato fra la Gran Bretagna e l’Unione è stato voluto dal governo di David Cameron e ha messo sul tappeto altre questioni fra cui la revisione del ruolo istituzionale del Regno Unito nell’Unione. Il negoziato tra la Svizzera e la Ue, invece, non è ancora cominciato ed è il risultato di una iniziativa popolare contro l’«immigrazione di massa» votata dai cittadini della Confederazione il 9 febbraio 2014. L’iniziativa ha lasciato al governo svizzero tre anni in cui trattare e concludere un nuovo accordo sulla circolazione delle persone; ma la Commissione di Bruxelles ha ricordato a Berna che gli accordi bilaterali formano un insieme organico e che un mancato accordo sull’immigrazione potrebbe rimettere in discussione l’intero edificio.
La Svizzera è rimasta alla finestra negli scorsi mesi con la speranza di trarre qualche utile indicazione dall’accordo della Gran Bretagna con l’Unione Europea. Ma la sostanza del contenzioso è diversa. Londra voleva essere autorizzata a eliminare o ridurre, per alcuni anni, i benefici sociali di cui oggi godono, sul territorio britannico, i cittadini degli altri Paesi della Ue. Mentre la Svizzera può dare soddisfazione ai suoi cittadini soltanto introducendo un sistema di quote che sarebbe ancora più incompatibile, secondo Bruxelles, con il concetto di libera circolazione. È probabile che la Svizzera, prima di fare proposte, voglia attendere il risultato del referendum britannico che si terrà il 23 giugno. Ma in tale caso, come ha ricordato Anna Fazioli sul Corriere del Ticino del 9 febbraio, le resterebbero, per una soluzione concordata con l’Ue, soltanto sei mesi. Il ministro degli Esteri della Confederazione, Didier Burkhalter, ha dichiarato che l’Ue, negoziando con la Gran Bretagna, ha dimostrato di essere disposta a «soluzioni pragmatiche e meno dogmatiche fra cui freni o clausole di salvaguardia». È possibile, ma non escluderei il rischio che il trattamento di favore fatto alla Gran Bretagna susciti il malumore dell’opinione pubblica europea e il desiderio di non ripetere l’errore.