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 2016  febbraio 26 Venerdì calendario

«Raccontare il mondo attraverso i dettagli». La magia di Instagram spiegata da Kevin Systrom

Kevin Systrom quando ha fondato, con Mike Krieger, Instagram non aveva ancora 27 anni. Aveva da poco lasciato il suo lavoro a Google. «In quel momento stava avvenendo una rivoluzione, ogni persona iniziava ad avere in tasca uno smartphone, ossia una fotocamera a portata di mano per fotografare quello che è il suo mondo, in quel momento. Dopo un giorno dal lancio avevamo già 25 mila utenti».
Il programmatore che aveva studiato a Stanford come fare impresa ebbe l’idea vincente di una piattaforma di photo sharing : cinque anni più tardi, tre dopo l’acquisizione da parte di Facebook per un miliardo di dollari, Instagram ha più di 400 milioni di utenti attivi al mese. «E nove milioni di questi sono qui, nel vostro Paese».
Il ceo Kevin Systrom è tornato in Italia dopo i quattro mesi di studi a Firenze. L’occasione è la Settimana della Moda di Milano. E ha deciso di venire al Corriere «perché è questo il giornale che leggo per non perdere quel poco di italiano che ho imparato».
Come ci spiega Instagram in poche parole?
«È un modo facile, veloce e coinvolgente per condividere la tua vita mentre la stai vivendo, tramite foto e video».
E il nome cosa significa?
«È la combinazione di “Instant” e “Telegram”. Mentre la prima parola esprime l’idea che quello che posto è quanto mi sta accadendo ora, la seconda suggerisce che si tratta di un messaggio da me a te».
Com’è nata la sua passione per la programmazione?
«Lo spunto è arrivato dai videogiochi. E così ho studiato coding, finché non sono arrivato al college dove ho capito che quello che volevo veramente era imparare a creare business. Così ho studiato informatica fino al punto di essere in grado di creare dei prototipi delle mie idee, e poi mi sono dedicato a come creare e dirigere un’azienda».
Nel 2012 è arrivato Facebook: è stato il momento della svolta.
«Allora Instagram aveva solo un anno e mezzo di attività alle spalle e contava 13 dipendenti: oggi ne abbiamo più di 300. Poterci appoggiare sulle infrastrutture di Facebook ha portato a un’accelerazione pazzesca. Oggi vengono condivise su Instagram più di 80 milioni di foto ogni giorno che generano 3,5 miliardi di like».
Alla fine del 2014 avete concluso una grande «potatura» dei falsi account.
«Uno dei nostri punti chiave è il concetto di autenticità degli utenti e delle foto che postano. Fare pulizia dei profili fittizi è stato fondamentale. Così ora sai con certezza che gli utenti che incontri su Instagram sono persone vere. Ne ha guadagnato la qualità della community e questo è il motivo di una crescita ancora più rapida».
In Italia siamo arrivati a 9 milioni di utenti.
«E se si considera che da voi ci sono circa 36 milioni di persone che possiedono uno smartphone, significa che il 25% di questi utilizza Instagram. È un bel gruppo di persone, direi».
E Instagram diventa una bella vetrina per le aziende.
«Non ci sono molte piattaforme che ti permettono di raggiungere esattamente le persone a cui vuoi comunicare il tuo prodotto. Parliamo di grandi imprese, ovviamente, ma anche di piccole realtà. Per esempio un nuovo ristorante che vuole farsi conoscere. Con il suo account può mettersi in contatto direttamente con te, crearsi una clientela affezionata che segue il profilo per vedere cosa c’è di nuovo».
Da tre anni la piattaforma ha poi aperto alla pubblicità a pagamento.
«Le campagne di advertising locali su Instagram, secondo Nielsen, sono per le aziende 3,5 volte più funzionanti rispetto alla media della pubblicità online. Parliamo della moda, del cinema, delle automobili. Qualunque settore può sfruttare l’impatto visivo di Instagram per comunicare con efficacia».
Instagram è un fenomeno globale, ma la sua forza è locale, sul territorio: non siete soltanto un social network online.
«Basta immaginare 400 milioni di macchine fotografiche puntate su quello che sta succedendo in giro per il mondo. Immediatamente hai la possibilità di testimoniare disastri naturali, oppure movimenti di protesta, o concerti, eventi sportivi. È un network visivo sempre acceso, puoi vedere che cosa accade ovunque e nel momento stesso in cui accade. Penso che un buon esempio sia stato quando sono avvenuti gli attacchi terroristici a Parigi: c’erano in quel momento oltre sette milioni di persone connesse tra di loro che stavano raccontando quello che stava accadendo. È un tipo di copertura visiva che nessun altro strumento è in grado di fornire. È questo che rende Instagram così speciale, così diversa da tutte le altre piattaforme».
La piattaforma ospita le immagini di tanti mondi diversi, ma qual è la fotografia del mondo che lei vede attraverso la finestra di Instagram?
«Quello che ci hanno raccontato molti dei nostri utenti è che Instagram ha cambiato il modo in cui vedono quello che gli sta attorno. Quando inizi a usare la nostra app, immediatamente aumenta l’attenzione verso i dettagli, il modo in cui il sole sorge sopra un edificio o l’ombra sull’entrata di un negozio. Questa è la nostra magia: portiamo un mondo fatto di dettagli a persone che spesso non si concedono il tempo neanche di dare un’occhiata a quello che hanno intorno».