La Gazzetta dello Sport, 25 febbraio 2016
Ricordate l’attaccante turco Hakan Sukur? Rischia il carcere per aver insultato Erdogan su Twitter
Rischiare quattro anni di carcere per aver twittato offese contro il capo del governo. Capita in Turchia, paese di confine, ponte naturale tra Oriente e Occidente, dove le turbolenze religiose, politiche e sociali negli ultimi mesi hanno superato il livello di guardia. La notizia fa scalpore perché la richiesta di condanna da parte del viceprocuratore capo Idris Kurt del tribunale di Bakirkoy a Istanbul, è stata formulata nei confronti dell’ex calciatore Hakan Sukur, bandiera del Galatasaray che ha giocato in Italia con Torino, Inter e Parma.
Il fattaccio risale al febbraio dello scorso anno. Hakan Sukur dopo aver concluso nel 2008 la carriera calcistica aveva intrapreso quella politica e nel 2011 era entrato in Parlamento nelle fila dell’Akp, il partito islamico moderato del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Dopo lo scoppio dello scandalo delle tangenti che nel dicembre 2013 fece tremare il governo, Hakan Sukur lasciò l’Akp avvicinandosi alla confraternita di Fethullah Gulen, il magnate e imam che da alleato è diventato uno dei principali nemici del presidente. Da allora e in concomitanza con i momenti più difficili del paese, Sukur non aveva risparmiato critiche al governo fino a quella serie di tweet, pubblicati nel febbraio del 2015, per i quali era stato denunciato da Ahmet Ozel, uno dei legali di Erdogan. Nella memoria difensiva l’ex attaccante della nazionale (autore nel 2006 del gol più veloce nella storia dei Mondiali: 11 secondi) aveva sostenuto che i tweet non si riferivano al capo dello Stato, ma il giudice non ha sposato questa tesi e ne ha chiesto la condanna. Un destino che l’ex calciatore condivide con centinaia di altre persone denunciate e condannate negli ultimi anni per offese a Erdogan.