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 2016  febbraio 25 Giovedì calendario

Dove finiscono gli asini maltrattati

È la rivincita degli asini. Quelli veri, con le orecchie lunghe e quel raglio «disperato» che a dispetto di Martin Lutero, questa volta è salito al cielo. Se cani e gatti hanno guadagnato diritti, privilegi e attenzioni da superare, qualche volta, perfino gli umani (dalla cura dei denti agli animatori per le feste di compleanno), a Biella muli e bardotti maltrattati sono diventati un piccolo esercito che si lascia coccolare dai turisti con spazzole e sapone. Centomila visitatori, una sfilza di «grooming day» a colpi di brusche e striglie, laboratori e passeggiate nel verde, tutte dedicate a loro, tutte organizzate «con infinito amore» dal Rifugio degli Asinelli di Sala.
La scommessa
Barbara Massa, Denis Remordina e Denise Mansi, nel 2008 avevano tutti meno di trent’anni, l’entusiasmo e la passione in tasca. Ma quella che li attendeva era una grande scommessa: mollare tutto, ristrutturare una vecchia fattoria per ospitare asini attempati, muli maltrattati e malati. Avevano deciso di imbarcarsi nella singolare avventura in un luogo ideale, nel profondo verde delle colline moreniche della Serra. Ci credevano così tanto che, asino dopo asino, oggi gestiscono 142 animali, altri 34 sono stati affidati a famiglie e fattorie, mentre 20 sono sistemati in due sedi distaccate. E i collaboratori a libro paga, da tre volontari che erano, sono diventati 16.
«Abbiamo aperto ufficialmente nell’agosto 2009 – spiega Massa – con il supporto della Fondazione inglese “The donkey Sanctuary” di cui siamo sede italiana. In 6 anni di attività non abbiamo solo provveduto ad accudire quadrupedi in difficoltà, ma ci siamo battuti per loro».
La vittoria di Colleferro
I grandi risultati ottenuti non sono nulla per gli operatori della Fondazione in confronto al traguardo raggiunto in questi giorni: la battaglia del «Sequestro Colleferro» che ha assicurato la salvezza a 52 asini già ospiti a Sala. Nel gennaio 2013, a seguito alla denuncia di «Striscia la Notizia», il ministero della Salute, i Nas, il Corpo Forestale, la Polizia e le associazioni animaliste (in prima fila il Rifugio con Italian Horse Protection) erano intervenuti per salvare oltre 200 animali agonizzanti. In quella circostanza era stato dato mandato all’avvocato Gianpaolo Di Pietto di procedere parallelamente con una causa, rivolta a parenti ed eredi del proprietario della tenuta romana, nel caso in cui questo fosse stato dichiarato incapace di intendere e di volere.
«Di Pietto ha confermato la notizia che tutti a Sala aspettavamo: è stato firmato l’accordo con cui viene ceduta la proprietà degli animali coinvolti e per tutti loro, ora si aprono le porte dell’adozione definitiva da parte di chi se n’è preso cura in questo tempo» spiega Massa.
Le storie degli asini che oggi pascolano tranquilli sulla Serra sono tante e complicate. Obi Wan, il bardotto con danni neurologici; Habiba e il figlio Syd; Carmela, Giuliano e ancora altri hanno alle spalle l’odissea di Colleferro. Ma c’è anche Sheila, una delle prime a essere arrivata a Sala, che aveva uno squarcio nella pancia; Luca che vagava nelle campagne pieno di piaghe; Madalina e Misu, invece, che erano stati abbandonati dalla loro anziana padrona, non più in grado di nutrirli durante l’inverno. Alcuni di loro, su segnalazione delle autorità, di associazioni animaliste ma anche di privati, vengono da lontano: Romania, Grecia, Francia. Il personale è specializzato per la cura degli animali e per la pet-therapy, attività rivolta principalmente a persone diversamente abili.
«Il contatto con gli asinelli aiuta a combatte stress e tensioni», assicura Massa. E sono pronti a sostenerlo anche i 150 mila fan su Facebook.