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 2016  febbraio 25 Giovedì calendario

In carcere da Gabriele, rimasto solo. Anche la madre lo rinnega

«Avvocato, accetto di essere sottoposto alla perizia psichiatrica». Gabriele Defilippi, 22 anni, arrestato venerdì per l’omicidio di Gloria Rosboch, sarà esaminato dal dottor Enzo Villari, primario di psichiatria dell’ospedale delle Molinette di Torino. L’avvocato di Gabriele, Pierfranco Bertolino, non ha dubbi: «Il mio assistito ha fortissimi disturbi della personalità, già riscontrati nel periodo dell’adolescenza e mai curati. Ha sintomi precisi di una sofferenza psichica già ben connotata».
Il tentato suicidio
In carcere, Gabriele-Zelig è distrutto. Ha tentato maldestramente il suicidio, annodando la canottiera al termosifone, come ha raccontato tra le lacrime al legale: «Voglio solo morire..». Vera o falsa che fosse la scena nella cella della sezione Sestante, riservata ai detenuti in stato depressivo, è il segno di una brusca caduta in fondo al precipizio. In quella cella illuminata 24 ore su 24, con videocamere e spioncini sempre aperti, in totale isolamento, Gabriele ha perso tutte le sue sicurezze di un tempo non troppo lontano. Non ha vestiti, non ha ricambi, perché nessuno dei suoi familiari è disposto ad aiutarlo. «Avvocato, non ho neanche un paio di jeans, solo questi bianchi… e una maglietta… Non mangio da giorni». Bertolino conferma: «È dimagrito in modo evidente, alterna momenti di cupa depressione a crisi di aggressività. Ha saputo che nella cassetta di sicurezza del suo complice Roberto Obert (in carcere con le stesse imputazioni, ndr) c’erano pochi soldi. S’è innervosito: «Continuate a cercarli, da qualche parte li ha nascosti». Segue un insulto pesante.
I funerali di Gloria
Gli hanno detto dei funerali, e Gabriele-Zelig ora indossa i panni di uno che ha voluto bene a Gloria: «Avrei voluto esserci, non l’ho uccisa io ma il mostro Obert», cioè l’uomo, più anziano di trent’anni, il classico amico di famiglia che lo violentò quando non aveva ancora 16 anni. Circostanza confermata dallo stesso complice, sia pure in termini appena diversi.
Gabriele è dispiaciuto per il coinvolgimento della fidanzata Sofia Sabhou: «Lei non c’entra niente», ha detto all’avvocato e ha finalmente rivelato chi era la donna che aveva fatto una falsa telefonata a Gloria Rosboch, affermando di essere la direttrice dell’agenzia San Paolo di San Giusto. La famosa dottoressa De Martino che convinse la vittima della truffa dell’effettivo deposito in banca dei risparmi dei Rosboch: «È vero, non era la mia voce resa più acuta ma quella di una tossica di San Giusto, una che spaccia droga. Mia madre e Sofia non ne sapevano nulla». È un piccolo colpo di scena nelle indagini, un dettaglio magari irrilevante ma suggestivo.
La madre lo rinnega
L’avvocato Matteo Grognardi ha incontrato, nello stesso carcere, la madre Caterina Abbattista. Le ha dovuto dire che il suo compagno, Silvio Chiappino, l’ha abbandonata al suo destino; che i familiari non vogliono più saperne di lei, né tantomeno di Gabriele. Che si arrangi, è la sintesi. «Sta male veramente. Non riesce neanche a camminare. Lunedì chiederò al giudice che venga curata in infermeria». Caterina rinnega il figlio: «Non lo voglio mai più vedere in casa mia, mi fa paura, mi picchiava».
Ieri infine è stato sentito a lungo dai carabinieri Mohamed Sabouh, il padre di Sofia, l’ultima fidanzata di Gabriele. Ha ribadito che la figlia non c’entra con il delitto e che da tempo non vedeva più quel ragazzo eccentrico e scontroso. Sofia non c’è. È partita due settimane fa per il Marocco, giurano i genitori. Ma i carabinieri vogliono sentirla. Il più presto possibile.