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 2016  febbraio 25 Giovedì calendario

La donna uccisa dal talco. Johnson & Johnson dovrà pagare 72 milioni

L’affettuosa nuvola bianca che per generazioni ha infarinato i nostri neonati e allietato la toilette degli adulti, il borotalco, può essere un’arma letale. Lo ha deciso un tribunale del Missouri riconoscendo alla famiglia di una donna di 62 anni morta per un cancro alle ovaie causato da quella polvere uno storico risarcimento di 72 milioni di dollari che la Johnson & Johnson, regina della toilette per bambini e adulti dovrà pagare.
Anche nei ricchissimi annali delle cause per danni alle persone provocate da prodotti, aziende e negligenze, il caso del “borotalco killer” è destinato a seminare il terrore, ovunque la mite polvere bianca sia stata, e venga usata. Da tempo la ricerca sospettava, ancora in maniera vaga, che quell’innocente prodotto da igiene personale, minerale formato da magnesio e silicio, il talco appunto, potesse, se usato con troppa generosità tra le gambe, risalire i genitali femminili e raggiungere le ovaie. Ma nessun avvocato era mai riuscito a convincere una giuria popolare che esistesse un rapporto di causa ed effetto, come è accaduto nel Missouri. Questo è solo il primo di 60 casi aperti sui possibili effetti nocivi del borotalco.
Jackie Fox, la signora afroamericana morta, ne aveva fatto uso generosamente «per 35 anni», ha testimoniato il figlio, soprattutto nelle zone più delicate del proprio corpo. Per lei, cospargersi di quella polvere dopo la doccia con un bagnoschiuma, anche questo Johnson & Johnson, era «abitudine quotidiana, come lavarsi i denti». E non sospettava, come ha rivelato un decisivo documento interno del colosso Johnson & Johnson risalente al 1997, che un chimico dell’azienda da tempo aveva avvertito i superiori: «Negare la relazione tra il talco e iltumore alle ovaie è come negare il rapporto fra il tabacco e il cancro al polmone».A Jackie il male che l’ha poi uccisa,fu diagnosticato nel 2013 Sono già stati segnalati mille casi, denunciati nei tribunali del Missouri e 200 in New Jersey, sul “borotalco assassino”. Già dal 2009 un’associazione di «vittime del talco» aveva tentato di portare la multinazionale in tribunale, senza successo. La documentazione cresceva, ma la correlazione non era mai divenuta causalità e nessuno studio legale era mai riuscito a persuadere un giudice, e poi una giuria popolare.
Il “Mago della Pioggia”, come questi avvocati cacciatori di querele per danni personali furono definiti nel romanzo di John Grisham e poi nel film di Francis Coppola, è stato James Onder che è riuscito a convincere nove giurati sorteggiati fra gli abitanti di St.Louis, che l’assassino era stato effettivamente quel minerale polverizzato. E il suo nome, con il suo successo, è entrato nel Pantheon di altri casi celebri. Si aggiunge alla vicenda della signora Stella Liebeck che ebbe le parti intime ustionate da un bicchierone di caffè rovente del McDonald’s stretto fra le cosce, che sobbalzò e si rovesciò mentre guidava e ottenne un risarcimento pari a sette milioni.
Senza però raggiungere l’apparente assurdità dei 14 milioni ottenuti dalla donna che tentò il suicidio sotto un treno a New York ma fu soltanto ferita gravemente e accusò le ferrovie di incompetenza. Ma avvicina l’importanza della causa vinta da Erin Borockovich, anche lei immortalata in un film, contro la Pacific and Gas Company della California, per inquinamento ambientale. O la lunga battaglia legale per pulire le acque tossiche del Love Canal, il canale incongruamente chiamato «dell’amore» dove, nella città di Niagara Falls, un’azienda petrolchimica aveva rovesciato 22 mila tonnellate di micidiali porcherie La Johnson & Johnson, dietro la muraglia dei propri 75 miliardi di dollari di fatturato annuo, respinge le accuse al proprio borotalco, sostenendo che nessuna autorità scientifica accreditata, come l’Associazione Nazionale per la lotta al Cancro, o l’Istituto Nazionale della Salute, ha mai accertato il rapporto fra la polvere bianca e il tumore ovarico. E gli eredi di Jackie non riceveranno mai quei 72 milioni. Nè lei, deceduta lo scorso ottobre, saprà di avere ottenuto giustizia.
L’azienda farà appello e la Corte Suprema ha formalmente chiesto alle corti d’appello, che negli Stati Uniti non rifanno il processo con la giuria, ma affidano la revisione ai magistrati, di ridurre drasticamente le cifre che i giudici popolari infiggono, travolti dalla commozione e dallo sdegno per l’indifferenza e il cinismo delle “Big Corporation”. Dei dieci milioni in danni materiali e sessantadue in danni punitivi, restarà poco agli eredi. Ma rimarà invece, come pulviscono nell’aria, quella nuvola bianca di sospetto attorno al borotalco che uccise una donna che voleva sentirsi pulita.