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 2016  febbraio 25 Giovedì calendario

L’impossibile integrazione tra Europa e Russia

Lei scrive che l’integrazione non interessa né alla Russia né all’Europa. Immagini a Est le fonti energetiche, le materie prime e un enorme mercato; qui le tecnologie e una moderna struttura industriale. E potremmo sostenere la Russia nel cammino verso la democrazia. Sarebbe un’Europa in grado di competere con i Paesi orientali e con gli Usa. Ma non ci è consentito: abbiamo la Nato e dobbiamo restare piccoli e divisi. 
Domenico Spedale
doluspedale@gmail.com

Caro Spedale, 
Sono convinto che l’Unione Europea e la Russia possano trarre enormi vantaggi da una maggiore collaborazione economica e credo che le sanzioni inflitte a Mosca dopo l’annessione della Crimea siano state per i membri dell’Ue una sconcertante manifestazione di autolesionismo. Ma l’integrazione, nel senso che la parola ha assunto a Bruxelles e a Strasburgo, è un’altra cosa. Significa che alcuni Paesi hanno deciso di rinunciare alle loro tradizionali prerogative nazionali per creare insieme una entità nuova che è stata definita, sin dagli inizi, supernazionale.  
In questo processo, dagli anni della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), della Ced (Comunità europea di difesa) e del Mercato Comune, vi sono stati alti e bassi, momenti di entusiasmante progresso e, come in questi ultimi giorni, dopo il negoziato con la Gran Bretagna, di pericolosi passi indietro. Ma l’obiettivo, almeno per il nucleo dei Paesi fondatori, non è cambiato. Quando si sono riuniti a Roma il 9 febbraio, i ministri degli Esteri di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno rilasciato un documento che si conclude con queste parole: «Dichiariamo e confermiamo il nostro forte impegno per l’Europa e per il progetto europeo, e invitiamo tutti gli altri membri a unirsi con noi». Soltanto parole? Organizzato alla vigilia di un incontro decisivo con la Gran Bretagna, la riunione dei Sei mi è sembrata dimostrare che l’idea d’Europa, almeno per alcuni Paesi, continua a conservare un irrinunciabile valore. 
La Russia non può condividere questi sentimenti. Ha una storia europea, ma ha anche una importante storia asiatica, legata al declino di alcuni grandi imperi orientali: ottomano, persiano e cinese. Diffida di tutto ciò che teme di non potere dominare e controllare. Non può condividere un progetto che finirebbe per intaccare la sua sovranità nazionale. Quando Silvio Berlusconi, durante i suoi incontri con Vladimir Putin, auspicava pubblicamente l’ingresso della Russia nella Unione Europea, il presidente russo ascoltava e sorrideva cortesemente, ma non ha mai dato la sensazione di considerare quelle parole qualcosa di più di un gesto di amicizia.