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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

I tre fatti gravissimi, che segnalano la sospensione della Costituzione repubblicana, anche da parte di chi ha giurato di difenderla e di rispettarla

Il 1° gennaio 1897 il deputato liberalconservatore (e anticlericale) Sidney Sonnino scrisse su La Nuova Antologia un articolo intitolato “Torniamo allo Statuto” che denunciava le reciproche ingerenze del governo e del Parlamento, degenerati rispettivamente nel clientelismo e nel trasformismo, e invocava lo spirito dello Statuto Albertino, cioè della Costituzione del 1848. Paragonare l’Italia di oggi a quella di allora sarebbe assurdo. Ma anche i ciechi vedono l’urgenza di “tornare allo Statuto”, cioè alla Costituzione del 1948. Specie dopo i fatti delle ultime ore: l’incredibile scelta del premier Renzi di porre la fiducia sulla legge Cirinnà, non per farla approvare tutta intera, ma per immolarla sull’altare del peggiore clericalismo dei cosiddetti “cattodem”, degli Alfano, Formigoni, Giovanardi & C.; la scoperta di intercettazioni dell’Nsa americana ai danni di Silvio Berlusconi nei giorni della caduta del suo governo (novembre 2011); e la condanna dell’Italia a Strasburgo per il segreto di Stato apposto dai governi Prodi, B., Monti e Letta per proteggere i responsabili italiani del sequestro dell’imam egiziano Abu Omar. Tre fatti gravissimi, che segnalano la sospensione della Costituzione repubblicana, anche da parte di chi ha giurato di difenderla e di rispettarla.
1) La Cirinnà è attesa da 30 anni. La negazione dei diritti elementari alle coppie gay ha già portato a una condanna dell’Italia a Strasburgo e altre ne produrrà se la ferita non verrà al più presto sanata.
Per mascherare le divisioni nel suo Pd ed evitare troppe votazioni al Senato, Renzi aveva sfoderato il “supercanguro”. Un’arma impropria, non prevista dal regolamento e ancor peggiore dei “canguri” autorizzati dalla Presidenza in altre occasioni contro l’ostruzionismo fine a se stesso. Sia perché è contraria all’art. 72 della Costituzione, che tutela la libertà e la dignità dei parlamentari (le Camere approvano i ddl “articolo per articolo e con votazione finale”). Sia perché sulla Cirinnà non c’è ostruzionismo: i 1200 emendamenti (325 della maggioranza: 67 Pd e 260 Udc-Ncd; nessuno di M5S e Sel-Si), poi ridotti a 500, si possono votare – secondo i funzionari del Senato – in 2-3 giorni. Le opposizioni, compresi i 5Stelle favorevoli alla Cirinnà, han detto No al supercanguro, sfidando il Pd a iniziare subito le votazioni per approvare tutta la legge entro la prossima settimana. Renzi ha risposto con lo stralcio della stepchild adoption, negando i diritti ai circa 500 figliastri di coppie gay, e con la fiducia: cioè, ancora una volta, strozzando il dibattito parlamentare, chiedendo un voto pro o contro il governo (che non c’entra nulla con le unioni civili, da lui stesso affidate al Parlamento) e impedendo alle opposizioni favorevoli alla legge (M5S e Sel-SI) di votarla. Tornare allo Statuto significa restituire la libertà e la dignità ai senatori, mettendo subito ai voti la legge perché la maggioranza del Senato (Pd meno i catto-dem più M5S, Sel-SI e Ala) la approvi com’è, stepchild adoption inclusa, in pochi giorni.
2) Secondo la Corte europea, il governo B. sapeva tutto del sequestro dell’imam Abu Omar, rapito a Milano nel 2003 e deportato in Egitto (per farlo torturare) da Cia e Sismi. Infatti “l’Italia ha applicato il legittimo principio del segreto di Stato in modo improprio e tale da assicurare che i responsabili per il rapimento, la detenzione illegale e i maltrattamenti ad Abu Omar non rispondessero delle loro azioni”. Così i nostri 007, tra cui Niccolò Pollari e Marco Mancini, l’hanno fatta franca. Poi, a graziare tre dei condannati della Cia (Romano, Lady e Medero) han provveduto i presidenti Napolitano e Mattarella. E, così, hanno calpestato la Costituzione che, dopo la riforma del 2006, consente la grazia solo per motivi umanitari e per chi ha già scontato parte della pena (e i tre graziati erano latitanti). Tornare allo Statuto significa revocare il segreto di Stato e consentire la revisione del processo affinché tutti i colpevoli siano puniti. Altrimenti con che faccia chiediamo proprio all’Egitto la verità sulla fine di Giulio Regeni?
3) Sullo spionaggio Usa ai danni di Berlusconi, a prescindere dal giudizio che abbiamo sempre dato sui suoi sciagurati governi, si spera che la richiesta di spiegazioni annunciata da Renzi sia una cosa seria e non la solita ammuina. Ne va di quel poco che resta della nostra sovranità e dignità nazionale, oltreché della nostra Costituzione (art.1: “La sovranità appartiene al popolo”, ma italiano, non americano). Non siamo più nel 1945: per liberarci dei governi che non ci piacciono, preferiamo fare da soli.