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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

Gloria era viva quando è stata gettata nel pozzo. Le confessioni di Gabriele e Roberto

«Quando abbiamo gettato il corpo di Gloria nel pozzo era ancora viva». Orrore su orrore. Gabriele Defilippi ricostruisce nei suoi interrogatori il momento in cui l’insegnante viene uccisa, attorno alle 16 del 13 gennaio, lungo la strada tra Castellamonte e Rivara, dove il corpo poi verrà nascosto in una vasca di decantazione delle acque. La povera insegnante, dice gelido il suo assassino, respirava ancora debolmente. Ma il medico legale Roberto Testi, che ha effettuato sabato l’autopsia ritiene (ma bisogna aspettare gli esiti finali dell’esame) che al contrario sia morta in pochi secondi, quando uno dei due, Defilippi o Obert, le ha stretto un cavo attorno al collo. 

L’ex allievo
«Lui prende un cavo e la strozza, sono sceso dalla macchina e mi sono messo ad alzare la voce ma lui mi ha detto che non c’era nulla da fare» confessa Gabriele. E aggiunge: «Mi veniva da vomitare, ma lui mi ha chiesto aiuto ad aprire la cancellata, Gloria non si aspettava nulla perché stato improvviso, poi entrati dentro, ho avuto paura…lui sniffava popper...lì mi ha chiesto una mano per nasconderla all’interno del buco, l’abbiamo spogliata … credo sia rimasta con l’intimo, abbiamo messo tutto ciò che abbiamo tolto in un sacco, scarpe orologio, poi siamo andati a gettare le cose per Torino…Gloria non era morta: è stata gettata nell’acqua ancora viva, mentre ancora si lamentava. Nel momento dello strangolamento non ha emesso alcun suono».
Verso la vasca
Una volta a terra, sulla strada sterrata che porta alle botole, avrebbe subito un ulteriore azione di strangolamento e solo allora l’hanno trasportata verso la vasca, dove è stata trovata grazie alle precise indicazioni di Obert, il primo a confessare. Si accusano reciprocamente di essere gli autori del delitto; sotto il profilo giudiziario poco importa, l’ergastolo è già all’orizzonte. Gabriele traccia un profilo dell’ex amico-amante. Non solo ha ideato la truffa ai danni di Gloria, non solo è in contatto con noti usurai della zona e del Pinerolese, ma riceve i 187 mila euro, custodendoli poi in una cassetta di sicurezza. Un mostro. Lo ha violentato quando aveva 15 anni e ha continuato a farlo. Ha paura di lui. Ecco perché non ha difeso la vittima. Era deciso a restituirle almeno una parte dei soldi, per evitare una denuncia. Negli atti emerge una versione esatta e contraria: quella di Obert che aggiunge un altro dettaglio inquietante. Gabriele aveva un’arma, una pistola semi-automatica; i due giravano spesso armati non si sa perché. «Il giorno dopo il delitto Defilippi mi ha consegnato l’arma per farla sparire. Io l’ho nascosta in una strada sterra di Venaria», ha detto il pensionato di Forno con l’hobby dei viaggi all’estero. 
I festini gay 
Confessa un quadro squallido dei rapporti che intercorrono tra lui, il fidanzato ufficiale, infermiere, Defilippi. Orge gay davanti al cimitero Monumentale, episodi reiterati di prostituzione. Poi il delitto, più o meno la stessa ricostruzione di Gabriele, con un cambio di ruoli: lui nella parte di quello che «non voleva e choccato», l’altro nella parte dell’assassino. La sensazione è che l’indagine, non conclusa, possa rivelare ulteriori gravissimi sviluppi nell’ambito delle frequentazioni sessuali del giovane e dei suoi anziani amici. Prematuro anticipare i temi, ma le visite in Thailandia e in altri paesi dove si pratica il turismo sessuale e l’arrivo in Italia di conoscenti (ospiti in casa di Caterina Abbattista) apre uno nuovo scenario. Sconvolgente.