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 2016  febbraio 24 Mercoledì calendario

Su Plutone i vulcani eruttano ghiaccio. Le nuove immagini della superficie del pianeta nano

Arrivano le nuove immagini della superficie di Plutone: inviate dalla navicella «New Horizons», mostrano fantastici e inattesi paesaggi della superficie del pianeta nano.
Sono state scattate lo scorso 14 luglio durante il «fly-by» effettuato a una distanza di soli 12.500 km e a una velocità relativa di 50 mila km l’ora: le foto, riprese dalla telecamera «Lorri» (Long Range Reconnaissance Imager), hanno una risoluzione di 35 metri per pixel e ritraggono una straordinaria varietà di terreni, da catene montuose a strutture glaciali, fino a pianure costellate di crateri.
Si materializzano così gli incredibili dettagli della regione denominata Sputnik Planum e il lobo occidentale della pianura Tombaugh Regio, che per la sua forma caratteristica è stata battezzata il «cuore di Plutone». Qui è evidente una formazione particolare. Si tratta di una sorta di «X»: è un incrocio di due solchi che fanno pensare a una forte attività geologica ed è circondata da una serie di scanalature. A causa dell’assenza di crateri da impatto è considerata una zona «giovane», con un’età non superiore ai 10 milioni di anni, ed è costituita da «celle» di azoto ghiacciato dai contorni irregolari, di dimensioni tra i 15 e i 40 km: qui il ghiaccio di metano ha colmato le lacune. La superficie è inoltre decorata da increspature simili a dune e da piccole depressioni che la fanno apparire simile a una pelle di serpente.
Il modello a «celle» deriverebbe dalla lenta convezione, termica e ciclica, dei ghiacci di azoto. Grazie al modesto calore all’interno di Plutone, un «serbatoio» sotterraneo conserverebbe infatti azoto solido, che, probabilmente, viene riscaldato dal decadimento di elementi radioattivi. In pratica i blocchi congelati, una volta giunti in superficie, dove la temperatura si aggira sui -230 °C, raffreddandosi e aumentando di densità, tendono poi a sprofondare in un ciclo continuo: un vero e proprio processo di ebollizione.
Un’altra straordinaria immagine mostra quella che sembra essere un’eruzione di ghiaccio, causata anche in questo caso dall’effetto del riscaldamento all’interno del pianeta nano: è il fenomeno del «criovulcanismo», osservato anche su alcuni dei satelliti ghiacciati di Giove e Saturno. Se il Wright Mons (così denominato in onore dei fratelli Wright, pionieri del volo) sarà confermato come criovulcano, sarebbe il più grande del suo genere, con un diametro di 150 km e un’altezza di 4 mila metri.
Ora «New Horizons» viaggia verso la periferia del Sistema Solare e si trova a quasi 300 milioni di km al di là di Plutone (due volte la distanza Terra-Sole) e a più di 5 miliardi e 350 milioni di km da noi. Il prossimo obiettivo è un oggetto trans-nettuniano, denominato 2014 MU69, le cui dimensioni stimate sono di 30-45 km. Scoperto dal telescopio spaziale «Hubble», è, prospetticamente, in direzione della costellazione del Sagittario e quindi in direzione del centro della nostra Galassia, affollatissimo di stelle. Questo caratteristica ha complicato non poco le osservazioni e il calcolo dell’orbita: è un modo gelido, 10 mila volte meno massiccio e 100 mila meno luminoso di Plutone. L’appuntamento è per il 1° gennaio 2019.