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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Marquez lancia messaggi di pace alla mamma di Valentino

«Marquez è un ragazzo giovane a cui voglio bene, non mi permetterei mai di odiarlo». Il bacio di Stefania, la mamma di Valentino, non ha lasciato Marc indifferente. «Non la conosco, mi piacerebbe molto incontrarla. Credo che sia una persona simpatica, e ha espresso un bel pensiero. Penso che abbia fatto una cosa molto importante». Quelli che aspettano il Mugello per fischiare il “nemico” non sanno che Marc è proprio come loro. Un ragazzo che parlerebbe di moto ogni secondo, con entusiasmo trascinante. Con tuta e casco è sempre più star, nessuno ha vinto 4 Mondiali a 23 anni. Nonostante l’enorme successo, così giovane, Marquez non ha scordato da dove viene. Sta pagando di tasca sua per far correre un ragazzino di undici anni che non se lo potrebbe permettere. «Si chiama Raul, lo seguo da tanto tempo perchè è così piccolo che fa tenerezza. Viene sulle piste dove mi alleno io, con papà, mamma e roulotte. Quando un ragazzino comincia ad andare forte, costa più soldi alla famiglia. Ho saputo che erano in difficoltà, così lo aiuto io. Lo faccio perché in Raul rivedo me quando ho cominciato».
Marquez ha compiuto gli anni mercoledi scorso, un giorno dopo Rossi. Regali?
«Il più bello me l’ha fatto la Honda, l’ultimo giorno dei test. Facevamo fatica, adesso ho ritrovato fiducia».
Valencia, Jerez, Sepang: il precampionato era stato un martirio di cadute e difficoltà, a Phillip Island il primo raggio di sole. Come va con la nuova elettronica?
«È dove la Honda sta lavorando di più. Il mio compito è capire bene come usare le Michelin (nuovo fornitore unico, n.d.r.). Se entrambi lavoriamo bene possiamo fare un bel campionato. Dal primo test al secondo abbiamo fatto il primo passo, in Qatar (2-4 marzo) proveremo ad andare ancora meglio».
Il jolly era frenare dove gli altri non immaginavano. Ma con le Michelin sarà ancora possibile?
«È cambiato tutto. Con le Michelin quando l’aderenza cala mi sento ancora più forte, si può frenare forte e spingere sul davanti quanto serve. Con le Bridgestone il mio punto forte invece era quando erano nuove, il “time attack”. Adesso non posso più fare un giro secco forte. Stiamo lavorando sul bilanciamento per vedere cosa succede, ma è certo che bisognerà cambiare un pochino lo stile di guida».
A che punto sono gli avversari?
«Non lo so, i valori devono ancora emergere. In Malesia la Yamaha era imprendibile e noi eravamo dietro anche alle Ducati. In Australia ho girato forte io, e la Ducati era più indietro. Ma alla prima gara (Qatar, 20 marzo, n.d.r.) saranno forti entrambe, Yamaha e Ducati».
Lei crede che Casey Stoner tornerà?
«Credo che qualche gara la farà. Quando sono arrivato in Honda, nel 2013, guardavo i suoi dati dell’anno prima constatando quanto fosse forte. É un pilota istintivo, si è visto in Malesia: erano anni che non guidava una MotoGP, a parte qualche breve uscita da tester, e ha fatto buoni tempi. É un bravo ragazzo».
Come si allena?
«D’inverno faccio motocross, durante la stagione mi tengo in forma con il flat track. Il primo è utile per allenare lo sguardo, la pista cambia ogni giro. Il flat (piste ovali di terra battuta, ndr) è più simile alla MotoGP, entri in curva controllando la derapata col gas. Simile per modo di dire, su una MotoGP cambia tutto!».
Tutti i pezzi grossi sono in scadenza di contratto. Marquez è sul mercato?
«Non si sa mai (ride, n.d.r.). Andrà come due anni fa, se ne sono lette di tutti i colori poi sono rimasti tutti dov’erano. Io per il momento sto bene con la Honda. In tre anni abbiamo vinto due Mondiali e poi terzi perchè abbiamo fatto fatica all’inizio. Vediamo stavolta, bisognerà partire forte».
Mercoledi scorso ha compiuto 23 anni. Fra dieci come si vede?
«Ne avrò 33, una bella età ma guardate Valentino, ne ha 37 ed è ancora al top. Ecco, fra dieci anni vorrei essere ancora in MotoGP. Per vincere, perché questo è quello che conta».