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 2016  febbraio 23 Martedì calendario

Tutti vogliono andare a dormire a Berlino. Il boom degli hotel

Nel 2015, Berlino ha vinto in anticipo la sua scommessa: superare quota 30 milioni nei pernottamenti, per l’esattezza 600 mila oltre il traguardo, più 5,4% rispetto all’anno precedente. E ora si punta a quota 36 milioni. In confronto con il 1990, l’anno della riunificazione, i turisti sono quadruplicati.
La capitale aveva già battuto Roma, ma il distacco aumenta. Come sempre mancano dati aggiornati, e si calcola approssimativamente che si dovrebbe essere intorno ai 24 milioni. Non basterà l’effetto Giubileo per incrementare le presenze: come temuto, i turisti e i fedeli non giungono a frotte.
Franceschini, il ministro competente, annuncia di voler introdurre una nuova tassa sui viaggiatori: 2,50 euro su ogni biglietto aereo. Che volete che sia? Aggiunge. E cosa volete che sia la tassa di soggiorno da 3 a 7 euro riscossa dagli alberghi? Per una coppia che viaggi con due figli fa già una discreta sommetta, sempre sopportabile, soprattutto per chi si permette hotel a quattro o cinque stelle. Ma si dimentica l’effetto psicologico: ai turisti non va di essere spremuti, anche perché, in cambio, si ha quasi nulla. La tassa di soggiorno viene applicata anche altrove, ma il «bottino» è speso per migliorare l’accoglienza, non per tappare i buchi in bilancio.
A Berlino in questo momento sono in costruzione alberghi per altre 15.800 camere, in maggioranza di categoria superiore. Le pensioni e gli hotel fino a tre stelle già non mancano in ogni quartiere, ma il termine è inadeguato: la mia Charlottenburg ha 350 mila abitanti e, come a Parigi, ognuno è indipendente con un suo sindaco. Alcuni hanno regolato e in parte vietato il Bed&Breakfast, a evitare abusi e non disturbare i condomini. Per favorire gli albergatori? Probabile, ma nella mia Roma il proliferare del B&B rende nella stagione turistica la vita insopportabile ai romani, e anche ai turisti.
I dati tedeschi sono precisi e puntali. Il 45% dei pernottamenti, 13,6 milioni, riguarda visitatori stranieri, che rimangono sempre più a lungo. L’anno scorso, in media, almeno due giorni. Al primo posto vengono i britannici, seguiti dagli americani, noi arriviamo al terzo posto con 940 mila visitatori. Nel 2014, eravamo al secondo posto. Gli italiani amano Berlino, anche questa non è una novità. Giungono per affari: la metropoli, come Milano, organizza fiere e congressi, e arrivano anche famiglie con bambini. Una vacanza in riva alla Sprea costa meno che andare a Rimini, o altrove, e per i piccoli l’offerta è grande: i musei sono organizzati per accoglierli e non farli annoiare. È probabile che vorranno tornare quando saranno adulti.
Il confronto è perdente anche a livello nazionale, tra Italia e Germania. Il turismo è ormai la nostra prima industria, dopo la partenza della Fiat, ma investiamo poco. Anche l’Expo non ha avuto la ricaduta sperata sul resto del paese. Nel terzo trimestre dell’anno scorso, le presenze sono aumentate del 2,7%. Non abbastanza e continuiamo a scendere nella graduatoria delle mete più visitate: eravamo al quinto posto, siamo al settimo. Eppure, l’Expo è stata un successo, non importa che si sia chiusa in rosso. Era inevitabile. L’esposizione del millennio, quella del 2000 a Hannover, ebbe un passivo di un miliardo di Deutsche Mark, 500 milioni di euro circa. Quel che conta dovrebbe essere l’effetto sull’immagine del paese. Credo che non ci sia stato soprattutto a causa dei prezzi e della difficoltà dei collegamenti, se si escludono mete come Firenze o Venezia.
A parte che le stelle in Italia vengono assegnate seguendo i desideri degli albergatori, e in Germania vengono controllate dalle autorità e dalle associazioni di categoria, a Milano in un albergo in cui di solito pagavo meno di 100 euro per una singola, dignitosa e senza pretese, la tariffa è balzata a 250 nei mesi dell’Expo. Durante gli eventi e le fiere tutti ovunque aumentano i prezzi, ma senza abusare troppo. Ora comunque il prezzo è rimasto sui 180 euro, il doppio rispetto al passato. È questo l’effetto Expo? A Berlino in una doppia a tre stelle, con prima colazione che equivale a un pranzo per qualità e calorie, pagherete tra i 70 e gli 80 euro, in pieno centro, il prezzo richiesto nella nostra bella provincia, in località che i turisti possono raggiungere a fatica. Peccato, potremmo essere i primi, ma perdiamo per autogol.